Giovani Padani a Strasburgo nell'incubo del terrorismo

Giovani Padani a Strasburgo nell'incubo del terrorismo
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INCUBO TERRORISMO
ROVIGO Si sono salvati grazie a un ritardo della corriera. Il consigliere comunale rodigino in quota Lega Riccardo Ruggero, insieme agli amici e compagni di partito Lorenzo Rizzato e Alberto Gennaro, martedì si trovavano a Strasburgo, quando è avvenuto il terribile attentato di matrice islamica fondamentalista. Nello stesso pomeriggio, infatti, il 29enne Chérif Chekatt, già noto alle forze dell'ordine francesi, ha aperto il fuoco sulla gente nel pieno centro storico di Strasburgo, in mezzo alle bancarelle dei mercatini di Natale, uccidendo tre passanti e ferendone dodici, di cui otto gravemente.

LA TESTIMONIANZA
«Per fortuna stiamo bene spiega Ruggero al telefono nella città alsaziana , ma martedì ce la siamo vista brutta. Avremmo dovuto essere anche noi ai mercatini in centro, avevamo appuntamento alle 19,30. Per fortuna il pullman ha ritardato perché ha sbagliato strada. Quando è arrivato e ci apprestavamo a partire, ci hanno chiamato dicendo di non andare là».
GIOVANI PADANI
Il consigliere di Palazzo Nodari è a Strasburgo insieme ad altri 40 giovani leghisti veneti. «È un viaggio che organizziamo ogni anno come Giovani Padani Veneti, per venire a visitare il Parlamento e la città, ospitati da un deputato del partito. Oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo stati a una seduta plenaria del Parlamento Europeo, dove abbiamo incontrato alcuni funzionari insieme all'onorevole Giancarlo Scottà. Inizialmente il viaggio prevedeva che rimanessimo tre giorni, ma abbiamo deciso di tornare oggi stesso, perché a casa sono preoccupati. Se tornerei qui a Strasburgo in futuro? Assolutamente sì, non possiamo vivere nella paura».
TERRORISTA LIBERO

Una preoccupazione più che giustificata, visto che il terrorista, fino al pomeriggio di ieri, non era ancora stato catturato dalla Polizia francese. L'uomo di origine marocchina era noto ai servizi, tant'è che era stato segnalato come fiche S, ovvero pericolo di sicurezza nazionale, perché si sospettava che si fosse radicalizzato durante la detenzione in carcere. «È molto grave che una persona già segnalata alle autorità potesse girare a piede libero aggiunge Ruggero, che è anche vicepresidente del consiglio comunale di Rovigo - Non posso che rivolgere un pensiero alle vittime dell'attentato e pensare che avrei potuto essere lì anche io».
Alberto Lucchin
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Il Gazzettino