Giallo a Malta, aereo si schianta muoiono tre 007 francesi

Giallo a Malta, aereo si schianta muoiono tre 007 francesi
Niente è sicuro, se non il fatto che il bimotore Fairchild si è schiantato al suolo in una palla di fuoco ieri mattina alle 7 e 20, meno di due minuti dopo il decollo...

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Niente è sicuro, se non il fatto che il bimotore Fairchild si è schiantato al suolo in una palla di fuoco ieri mattina alle 7 e 20, meno di due minuti dopo il decollo dall'aeroporto di Malta. A bordo c'erano 5 persone, tutte morte, probabilmente tutte francesi. Due erano dipendenti della Cae, la società lussemburghese proprietaria dell'aereo, tre lavoravano per il ministero della Difesa, e erano tre 007 in missione in Libia. Le informazioni ufficiali sono poche e confuse, ma l'incidente sembra confermare un'intensa attività in Libia dei servizi francesi, in particolare presso il generale Haftar, che da Tobruk contesta l'autorità del governo di Tripoli, riconosciuto dalla comunità internazionale, e che si propone come baluardo al terrorismo fondamentalista.

L'aereo doveva svolgere «un'attività di ricognizione in Mediterraneo»: questo ha confermato il ministro della Difesa francese Yves le Drian, dopo una serie di informazioni circolate e prontamente smentite, da Bruxelles e da Parigi. I dipendenti del ministero della Difesa a bordo «non erano tutti militari»: si tratterebbe infatti di agenti della Dgse, la Direzione generale per la sicurezza esterna, i servizi d'informazione esterni, con ogni probabilità del Service Action, un corpo impegnato da mesi in Libia. L'aereo, secondo le informazioni fornite in un primo tempo dell'aeroporto, dove tornare dopo una missione «di 4 o 5 ore», che non prevedeva di atterrare in nessun paese terzo. Qualcuno cerca di accreditare l'idea che si tratta di un aereo noleggiato da Frontex, l'Agenzia europea incaricata di sorvegliare le frontiere esterne dell'Unione. Subito arriva, via twitter, la smentita della responsabile della diplomazia europea Federica Mogherini: «Nessun responsabile dell'Unione europea è coinvolto nell'incidente di un aereo a Malta. Il volo non era legato a nessuna attività dell'Ue». Le autorità di Malta si correggono: non erano funzionari europei, ma francesi, per la precisione degli agenti della dogana, impegnati in una missione di ricognizione sul Mediterraneo per lottare contro il traffico di migranti e di droga. Seconda smentita ufficiale, questa volta dal servizio delle Dogane francesi: «Possiamo affermare con certezza che non c'era nessun doganiere francese a bordo di quell'aereo».
Alla Difesa francese non resta a questo punto che ammettere che laereo era stato noleggiato per una missione di ricognizione, senza precisare né la destinazione, né l'obiettivo della missione. Unica cosa certa: un'inchiesta interna è stata aperta per stabilire le cause dello schianto. Secondo militari di Malta che si trovavano in una caserma vicino all'aeroporto, l'aereo non è esploso prima di precipitare e schiantarsi al suolo. La società Cae, proprietaria, ha assicurato che il velivolo non aveva nessun problema tecnico e che i due piloti a bordo erano «molto esperti».
Secondo un ex responsabile dei servizi francesi, il ministero della Difesa noleggia da anni i mezzi della Cae Aviation per missioni di ricognizione. Sono equipaggiati con radar, apparecchi fotografici, e di intercettazione. Il volo in Libia faceva dunque parte di una missione nazionale.
Parigi era stata costretta a confermare a luglio, dopo la morte di tre agenti della Dgse in un incidente di elicottero nell'est della Libia, che membri delle sue forze speciali erano impegnati nel paese, in particolare presso il generale Haftar. Secondo fonti vicine ai servizi, l'aereo che si è schiantato a Malta era diretto sulla regione di Misurata. L'Eliseo avrebbe deciso all'inizio del 2016 di inviare in Libia agenti della Dgse e del Cos (il Comando per le operazioni speciali) per condurre operazioni clandestine.

Nonostante le dichiarazioni ufficiali di Hollande, sul terreno la Francia sembra sempre più vicina ad Haftar, già alleato di Gheddafi, che oggi ha ripreso il controllo sulla regione considerata la mezzaluna del petrolio e che si presenta come il baluardo più sicuro contro il terrorismo islamico.
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Il Gazzettino