Genitori-giudici: i prof contestano

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TREVISO - (mf) Infuriano le polemiche sul mondo della scuola. Ora finiscono ai ferri corti sindacati e genitori. Oggetto del contendere è la possibilità data alle famiglie di valutare il lavoro fatto dagli insegnanti incidendo sull'assegnazione del bonus di merito aggiuntivo rispetto allo stipendio base. Dall'anno scolastico alle porte negli istituti non ci saranno più solo i voti che i docenti danno ai ragazzi. Ma pure quelli che i genitori potranno affibbiare agli stessi professori in base al loro rendimento in classe. La riforma "La buona scuola" ha infatti rivisto la composizione del comitato per la valutazione dei docenti inserendo anche rappresentanti delle famiglie e degli studenti. In ballo non c'è la promozione o la bocciatura degli insegnanti. Bensì l'aggiudicazione della retribuzione di risultato: i professori che resteranno sotto a una certa soglia vedranno sfumare il bonus di qualche centinaio di euro. Una novità che i sindacati vedono come fumo negli occhi. «È il segnale di un mondo alla rovescia - attacca Giuseppe Morgante della Uil - la parte dello stipendio degli insegnanti legata al merito verrà decisa con le famiglie dei ragazzi che gli stessi insegnanti sono chiamati a valutare. È una cosa che non esiste al mondo». Ma per i genitori le cose non stanno affatto così. «Sono 40 anni che le famiglie, mai prese in considerazione, attendono di avere una presenza formale in un organo della scuola - replica Carlo Boscardin che guida il coordinamento dei comitati dei genitori di Treviso e provincia - le famiglie partecipano al processo educativo a scuola e devono poter dire la loro. Sarebbe un mondo alla rovescia se a valutare gli insegnanti fossero solo genitori e studenti. Ma non è così. Queste ultime due componenti saranno in minoranza». Nel dettaglio, il nuovo comitato di valutazione sarà formato da preside, tre prof e un componente esterno individuato dall'ufficio scolastico regionale. A questi si aggiungeranno famiglie e ragazzi: due genitori alle materne e alle elementari, un genitore e un ragazzo alle medie e alle superiori. «È un passo in avanti - conclude Boscardin - i sindacati possono stare tranquilli».
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Il Gazzettino