Frullatorio per dare una voce al teatro

Frullatorio per dare una voce al teatro
Un'utilitaria si ferma tra le fabbriche semiabbandonate di Marghera e un cliente (con mascherina) inizia la trattativa con una prostituta. La ragazza non offre però prestazioni...

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Un'utilitaria si ferma tra le fabbriche semiabbandonate di Marghera e un cliente (con mascherina) inizia la trattativa con una prostituta. La ragazza non offre però prestazioni sessuali, ma brani di performance teatrali off, divenute ormai servizi clandestini nel mondo dei lockdown da Covid. Inizia con questo paradosso il nuovo, brillante e amaramente ironico video Case chiuse. Teatri aperti, lanciato sui social dal gruppo Frullatorio. «Il 23 febbraio cadeva l'anniversario della chiusura dei teatri all'inizio della pandemia di Covid e abbiamo deciso di lanciare un messaggio - racconta David Angeli del Frullatorio - Abbiamo scritto, girato e montato il video in una settimana, coinvolgendo amici attori che hanno voluto partecipare. Il set è stato scelto con cura per rispecchiare i luoghi in cui si va a puttane e dove ci si apparta, e Porto Marghera è assolutamente meravigliosa come location». Il progetto Frullatorio nasce nel 2015 all'interno dell'associazione H2O non potabile. «Tutto è partito in concomitanza con l'elezione di Brugnaro a sindaco di Venezia, che ci ha dato molto materiale, ma probabilmente lo avremmo fatto lo stesso - rimarca Angeli - Alcuni membri della compagnia di teatro contemporaneo Malmadur, interna all'associazione, hanno dato vita a un progetto più leggero nato in un appartamento di Mestre dove si offrivano frullati a chi partecipava a piccoli eventi. Non ho mai bevuto i frullati, ma è nato Frullatorio». L'idea è piaciuta e il nucleo originale - oltre ad Angeli, Marco Tonino e il sassofonista/attore Jacopo Giacomoni - si è allargato al pianista Alberto Bettin, coinvolgendo poi interpreti e tecnici per creare i plot. «È un gioco senza finanziamenti e chi partecipa lo fa per divertirsi, per contribuire a tener viva la città», spiega Angeli. E su questa linea è nata anche la collaborazione con il Cineclub Venezia. Il tutto per guardare a Venezia e Mestre e Marghera con occhi diversi. «Si parla si Venezia senza dire che è bellissima o criticandola, ma prendendola per il c... - conclude Angeli - perché è l'unico modo per esorcizzare il fatto che sta andando sempre peggio. E con il video diventiamo glocal: facciamo iniziative legate al territorio, ma con un tiro nazionale».

Giambattista Marchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino