Sono un'ottantina le colonie di gatti a Pordenone e circa novecento i felini randagi che riescono a sopravvivere solo grazie alle cure dei volontari e delle gattare. La piaga...
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Gli abbandoni di gatti è un fenomeno particolarmente diffuso, anche se non ben quantificabile, perché non esiste un'anagrafe felina né la microchippatura obbligatoria. Questo significa che non sono quantificabili con precisione né i randagi nè i gatti di proprietà. L'andamento, tuttavia, è tutt'altro che rassicurante: «Oggi stimiamo ci siano circa 900 gatti randagi che frequentano 80 colonie. Due anni fa i numeri erano inferiori, circa 600 animali e 70 colonie - commenta il presidente provinciale della Lav - Considerando che stanno crescendo anche gli abbandoni e calando le adozioni, la situazione è destinata a peggiorare». Le adozioni di felini sono difficili, soprattutto perché le persone preferiscono un piccolo e non un animale adulto. Situazione differente invece quella dei cani, per i quali già da molti anni è prevista la microchippatura al sessantesimo giorno di vita e l'anagrafe canina. Ciò significa che in caso di abbandono si può risalire al proprietario, precauzione che tuttavia non previene del tutto il fenomeno: nel 2015 sono stati conteggiati 470 abbandoni di cani senza microchip. Quanto ai cani di proprietà, all'anagrafe canina del Comune risultano iscritti 4.900 animali, dato indisponibile per i gatti proprio perché l'anagrafe non è prevista.
Da un paio di anni è partita una forma di microchippatura anche dei felini, anche se per il momento riguarda solo animali randagi. «Sarebbe opportuna, invece, anzitutto tra i gatti di proprietà, fatto che avrebbe molti riflessi utili: dal preciso conteggio per la tassa sui rifiuti, al controllo degli abbandoni e delle sterilizzazioni - aggiunge Iemmi - Proprio i bassi tassi di sterilizzazione dei gatti costituiscono uno dei maggiori problemi. Alcuni Comuni l'hanno resa obbligatoria, ma è una forzatura visto che il gatto è pur sempre una proprietà». La mancata sterilizzazione ha più di una ragione: la spesa (oltre il centinaio di euro) e spesso anche l'eccessiva leggerezza dei proprietari unita al piacere di vedere dei piccoli gattini nuovi, salvo poi liberarsene quando la riproduzione a catena diventa fuori controllo e ingestibile.
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Il Gazzettino