Francia, la destra alle primarie Sarkozy crolla, boom di Fillon

Francia, la destra alle primarie Sarkozy crolla, boom di Fillon
Nel 2007, appena eletto presidente, Nicolas Sarkozy aveva tenuto a mettere subito in riga il suo primo ministro: «François Fillon? Un mio collaboratore». Meno di dieci anni e...

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Nel 2007, appena eletto presidente, Nicolas Sarkozy aveva tenuto a mettere subito in riga il suo primo ministro: «François Fillon? Un mio collaboratore». Meno di dieci anni e la vendetta è consumata. Ieri Fillon ha asfaltato il suo ex patron, ed è stato incoronato vincitore del primo turno delle primarie della destra, ha realizzato un exploit inimmaginabile fino a un mese fa, totalizzando oltre il 40 per cento dei voti. Per Sarkozy, uno schiaffo.

L'ex presidente sognava la riconquista dell'Eliseo, è stato relegato al terzo posto dai suoi, con un umiliante 20 per cento, dietro al suo ex primo ministro e al suo ex ministro degli Esteri Alain Juppé, secondo con il 27 per cento. Tra una settimana ci sarà il duello finale: la destra forte, liberale, conservatrice di Fillon, contro quella tranquilla, moderata e centrista di Alain Juppé. Dalla sfida di domenica uscirà il probabile futuro presidente della Repubblica francese, colui che, stando a tutte le previsioni, dovrà evitare l'arrivo all'Eliseo dell'estrema destra di Marine Le Pen. In attesa del vincitore, ieri è stato il momento della sconfitta. Sarkozy è rimasto chiuso al primo piano del suo quartier generale con pochi fedelissimi e Carla. E poi il discorso, terminato a braccio, quasi non riuscisse a mettere la parola fine. Ha riconosciuto di non aver saputo convincere, ha dichiarato la sua stima per Alain Juppé e annunciato il suo voto domenica per Fillon, «il migliore» secondo lui, per guidare il paese. Lui, tante volte accusato di aver corteggiato troppo gli elettori del Fronte nazionale, ha chiesto ai francesi «Di non fare la scelta delle estreme: la Francia ha aggiunto merita meglio della scelta del peggio». E infine la voce spezzata, un sorriso sul volto tirato, quando ha ricordato la moglie Carla e i figli, cui ha imposto una vita «Non sempre facile», lui che suscita spesso «forti passioni».

Poco prima si era espresso Bruno le Maire, arrivato quarto sui sette candidati in lizza. All'inizio sembrava l'outsider, il giovane della nuova destra, poi ha auspicato di soffiare il terzo posto a Fillon. Ieri si è dovuto accontentare di un piccolo 3 per cento. Ha dichiarato subito che domenica voterà Fillon. Ancora più dietro si sono classificati Nathalie Kosciusko-Morizet, il centrista Jean-Frédéric Poisson e, ultimissimo, quasi a zero, Jean François Copé. I sondaggi avevano visto la rimonta di Fillon, ma non avevano nemmeno immaginato quanto lo portasse lontano. La giornata di ieri ha regalato alla Francia un'anteprima invernale (vento, freddo, pioggia) delle presidenziali di primavera. File ai seggi fin dal mattino, affluenza da record, cronisti e cameraman ai quartier generali dei candidati, tv unificate sui risultati. La partecipazione ha polverizzato le primarie socialiste del 2011: quasi 4 milioni alle urne (il 10 per cento degli elettori) contro i due milioni e mezzo (all'epoca considerata cifra storica) che si mobilitarono per scegliere il candidato della gauche.
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Il Gazzettino