Francesco Grillo La più potente spiegazione delle forze che portano le città a nascere e poi a scomparire - proprio come un...
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La più potente spiegazione delle forze che portano le città a nascere e poi a scomparire - proprio come un qualsiasi organismo vivente - è, ancora, quella che valse a Paul Krugman, del Mit di Boston, il Premio Nobel per l'Economia nel 2008: la storia dei Comuni può essere interpretata come una parabola nella quale, prima, crescono perché le persone trovano conveniente aggregarsi in quanto condividono informazioni e diventano più produttive; e, successivamente, declinano quando questi benefici vengono sopravanzati dai costi di congestione. È evidente che saranno radicali gli effetti della pandemia sui prezzi delle case e sulla stessa sopravvivenza di molti dei luoghi che fanno la storia di un Paese come l'Italia. E dovrebbero essere le conclusioni di Krugman, il punto di partenza di chi in Italia volesse usare proprio il luogo nel quale lo Stato e i cittadini si incontrano fisicamente, per dare sostanza ad un Recovery Plan al quale manca, ancora, sia visione che pragmatismo.
Non è vero, come dicono nei convegni sulle smart city, che le città siano inevitabilmente attese da sorti magnifiche e progressive. Non è vero che sia inarrestabile il processo che le porterà a diventare concentrazioni sempre più grandi di problemi da risolvere e soluzioni. È in diminuzione negli ultimi vent'anni, la quota di popolazione che, in Italia e in Europa, vive nelle città con più di un milione di abitanti (fanno eccezione Vienna (...)
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Il Gazzettino