Francesco Grillo È la scuola italiana, il nostro Piave. Se quella che combattiamo

Francesco Grillo È la scuola italiana, il nostro Piave. Se quella che combattiamo
Francesco Grillo È la scuola italiana, il nostro Piave. Se quella che combattiamo con il virus è per gli effetti sulle nostre...

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Francesco Grillo

È la scuola italiana, il nostro Piave. Se quella che combattiamo con il virus è per gli effetti sulle nostre esistenze e sulle nostre economie simile ad una guerra globale, la prima del secolo di internet, è sul fronte della scuola, aula per aula, che una società deve provare a riorganizzare una resistenza ad un nemico che rischia di portarci indietro di decenni. È proprio nei luoghi che una modernità sciatta aveva dimenticato, che possiamo progettare un futuro che non può più essere quello che abbiamo conosciuto fino allo scorso anno.
Ha ragione, dunque, il Governo a dichiarare che, stavolta, le scuole saranno le ultime a chiudere, che ciò succederà solo dopo aver esaurito tutte le altre possibilità. E, tuttavia, per vincere abbiamo bisogno di una strategia. Differenziazione; dati; flessibilità: sono queste le parole chiave che possono capovolgere i tre più grossi errori che abbiamo fatto finora, in altrettante scelte che ci porterebbero dal contenimento disperato, ad una vittoria che ci guarisca da contraddizioni antiche.
Innanzitutto, dunque, sbagliamo a parlare di scuola (e, in generale, di politiche di restrizione come se l'Italia fosse una). Come se fossero una sola entità, i seimila comuni che ospitano i sessantamila istituti scolastici nei quali è in corso la battaglia più importante. Non ha senso continuare a parlare di trasporti ugualmente intasati dappertutto, come se non ci fossero (...)
Continua a pagina 23
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Il Gazzettino