Formazione, integrazione e... «basta provocazioni»

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BUSCHE - (dt) L'immigrazione, quella buona, fa rima con formazione e...

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BUSCHE - (dt) L'immigrazione, quella buona, fa rima con formazione e integrazione. Un modo per passare dall'emergenzialità alla convivenza. E anche per dare un rinforzo alla demografia asfittica della provincia. La ricetta è stata servita ieri pomeriggio, nel corso della tavola rotonda sul tema immigrazione organizzata a Busche dalla Cgil (e in particolar modo dallo Spi, il sindacato dei pensionati). L'occasione era quella della Pastasciutta antifascista, che il sindacato offre ogni anno in occasione del 25 luglio. La ricorrenza celebra la caduta del fascismo e l'arresto di Mussolini (avvenuti il 25 luglio 1943), e ricorda la pastasciutta offerta in piazza dalla famiglia Cervi, in quel di Reggio Emilia. Quest'anno la Pastasciutta antifascista ha subito violenti attacchi sul web, da parte di un nutrito gruppo nazifascista (con a capo un quarantenne bellunese). Tanto che il segretario provinciale dello Spi Cgil ha fatto denuncia in Questura (per apologia di fascismo). Inevitabile che ieri la questione non venisse toccata, assieme al tema dell'immigrazione. «Molte persone, nella nostra provincia, si preoccupano di quella che viene chiamata emergenza immigrati - la premessa di Renato Bressan, segretario Spi Cgil -. Nessuno invece si preoccupa che in provincia nascano e crescano gruppi nazifascisti? L'antifascismo e l'immigrazione oggi sono argomenti fondamentali». Argomenti che al tavolo sono stati affrontati da diversi punti di vista. Senza preconcetti, ma con «la necessità di trovare una via di mezzo tra gli slogan di pancia e lo scaricabarile sui sindaci e sulle comunità» ha detto il segretario generale Cgil di Belluno, Mauro De Carli. A Federico D'Incà (parlamentare M5S) e Piero Ruzzante (consigliere regionale) il compito di tracciare il quadro nazionale e regionale. Poi lo sguardo squisitamente locale. Per spiegare la bontà del sistema di accoglienza diffusa. «Non dobbiamo chiedersi se accogliere, ma come accogliere - hanno detto il sindaco di Feltre, Perenzin, e Jacopo Polli, presidente della Cooperativa Dumia -. Dobbiamo piuttosto creare formazione per queste persone, perché possano imparare l'italiano e un mestiere. E fare come i tanti stranieri che oggi lavorano nelle nostre comunità. Perché non ci rendiamo conto della loro presenza? Perché lavorano e parlano con noi».

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Il Gazzettino