Fondazione Anselmi, all'Accademico i corsi sul dopo di noi

Fondazione Anselmi, all'Accademico i corsi sul dopo di noi
CASTELFRANCOLa Fondazione Tina Anselmi si presenta alla città. Domani alle 10 il Teatro Accademico ospiterà un convegno aperto ai cittadini dove la neonata fondazione...

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CASTELFRANCO
La Fondazione Tina Anselmi si presenta alla città. Domani alle 10 il Teatro Accademico ospiterà un convegno aperto ai cittadini dove la neonata fondazione racconterà la sua mission sul dopo di noi, i suoi servizi e anche un corso gratuito progettato dalle cooperative l'Incontro, Ca' Speranza e Orchidea che prevede quattro incontri da due ore ciascuno indirizzati alle famiglie che nel loro nucleo hanno una persona con difficoltà. «Il convegno sarà l'occasione per presentare un percorso gratuito di accompagnamento al dopo di noi per i familiari di persone vulnerabili dichiara la presidente della Fondazione Tina Anselmi, l'avvocato Cristina Arata perché possano trovare anche nella Fondazione una guida e un supporto per immaginare il futuro dei propri cari».

L'APPUNTAMENTO
Il corso affronterà i temi del progetto di vita come percorso evolutivo orientato al futuro, il lavoro di gruppo e la definizione dei bisogni, dei desideri e la costituzione di un progetto di vita, delineerà le risorse presenti e gli strumenti giuridici di supporto e avrà un focus sulla legge 112 del 2016 sul dopo di noi e sull'organizzazione dei servizi socio sanitari in merito. Durante il convegno si susseguiranno sul palco anche rappresentanti amministrativi e professionisti sanitari. Ci sarà il sindaco di Castelfranco Stefano Marcon, il presidente della Conferenza dei sindaci del distretto di Asolo Annalisa Rampin, il direttore generale dell'Usl 2 Francesco Benazzi, il direttore dell'unità complessa e non autosufficienza Natalino Filippin, il direttore del dipartimento di salute mentale Leonardo Meneghetti.
I LAVORI

Ad aprire i lavori tecnici, alle 10.30 saranno Raffaella Munaretto, Matteo Stefanato, Genna Capano e Paola Schiavetto con il focus Perché una fondazione di comunità? Il cammino percorso. A intervenire saranno poi anche le famiglie già inserite nelle progettualità del dopo di noi. E, in chiusura, interverrà la presidentessa Arata. «La Fondazione è il risultato di una progressiva consapevolezza maturata in diversi anni di lavoro comune ha spiegato Arata di come la precarietà che si accompagna ad alcune dimensioni esistenziali necessiti di una risposta complessa e articolata, capace di integrare i bisogni sanitari con quelli sociali/relazionali in una visione complessiva, in un progetto di vita». «Siamo orgogliosi di essere stati promotori di questa iniziativa dichiara Luca Mazzon, presidente de L'Incontro che riteniamo essere un'importante opportunità per il nostro territorio. Grazie alle altre cooperative e agli altri attori che hanno permesso che quella che era solo un'idea diventasse realtà».
L.Rus.
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Il Gazzettino