Folla commossa per l'addio a Iroso

Folla commossa per l'addio a Iroso
VITTORIO VENETOC'erano davvero tutti ieri sera nell'area vicina all'antica Pieve di San'Andrea, per essere partecipi di un gesto inusuale, quello di ricordare l'ultimo mulo con le...

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VITTORIO VENETO
C'erano davvero tutti ieri sera nell'area vicina all'antica Pieve di San'Andrea, per essere partecipi di un gesto inusuale, quello di ricordare l'ultimo mulo con le stellette, matricola 212, il leggendario Iroso. Una parte delle sue ceneri è stata tumulata ai piedi del monumento alle Penne nere.

IL SALUTO
Erano presenti i sindaci dei comuni che fanno riferimento alla sezione Ana di Vittorio Veneto, l'onorevole Angela Colmellere, l'europarlamentare ed ex sindaco Gianantonio Da Re, il consigliere regionale Federico Caner, e poi tutti i comandanti dei corpi di polizia, dell'esercito, e associazioni d'arma cittadine, con la presenza massiccia di alpini e il coro Ana di Oderzo che ha concluso la cerimonia con la canta dedicata al mulo, Generale Iroso. Unico assente, giustificato per impegni istituzionali, il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia che ha consegnato il suo saluto a un testo. In centinaia poi tra cittadini e curiosi hanno voluto assistere da vicino al ricordo, a tratti commovente, di un mulo che ha lasciato alla storia del reparto Salmerie della sezione molti aneddoti. E infine alla deposizione del bossolo in ferro contenente le ceneri di Iroso ai piedi del monumento.
I RICORDI
Iroso morto da qualche mese è rimasto con immagine netta nella storia degli alpini, uno dei tanti elementi che caratterizzano l'identità del servizio prestato a favore della patria. È stato ufficialmente l'ultimo mulo con le stellette e non poteva essere dimenticato, e si è voluto ricordare in modo particolare. Ora sul monumento una targhetta indicherà che con gli alpini anche i muli hanno condiviso momenti importanti del servizio militare prestato in guerra e pace. È stata fatta la cronistoria, dall'acquisto di Toni Tobero De Luca di ben 13 dei 24 muli, 26 anni fa, gli ultimi dell'esercito finiti all'asta e sottratti in questo modo alla macellazione. Il rapporto con storia a lieto fine del piccolo alpino Giacomo di Bologna il più giovane sconcio d'Italia, che nonostante abbia avuto solo pochi momenti con Iroso, in molti lo ricordano abbracciato letteralmente al vecchio e paziente mulo, suo fratello. E anche se è andato avanti il bimbo dice che Iroso è sempre con lui, il distacco fisico non ha interrotto il loro amore, il dialogo continua, e un cuore alpino non smetterà mai di battere.
LA POESIA

Infine la poesia che Iroso - grazie alla penna di Graziano De Biasi che per 25 anni lo ha visto quotidianamente - ha dedicato ai suoi sconci in occasione dei 40 anni: «Non sarò mai solo, la notte mi avvolge, il silenzio ritorna, la stalla è vuota ma sento vivo il calore dei miei amici alpini».
F.Fi.
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Il Gazzettino