Fisco, in cella chi froda oltre i 100 mila euro e confisca dei beni come per i reati di mafia

Fisco, in cella chi froda oltre i 100 mila euro e confisca dei beni come per i reati di mafia
IL FOCUSROMA Carcere se si superano i 100 mila euro di evasione fiscale. Confisca per sproporzione, già prevista per i mafiosi. E ancora: un inasprimento delle pene detentive per...

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IL FOCUS
ROMA Carcere se si superano i 100 mila euro di evasione fiscale. Confisca per sproporzione, già prevista per i mafiosi. E ancora: un inasprimento delle pene detentive per i principali reati tributari. Tradotto: soglie più basse per la punibilità e più anni di carcere per chi viene scoperto. Ma sono previste anche attenuanti nei confronti di chi ammetta eventuali illeciti, abbia in corso procedure di regolarizzazione e per le imprese che avviino percorsi di concordato. Il pacchetto è pronto, ha spiegato ieri il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. E oggi sarà in discussione in consiglio dei ministri per stabilire i dettagli della norma e decidere quale strumento utilizzare per inserirlo nella manovra: «Ancora non sappiamo se entrerà tutto nel decreto fiscale. Potrebbe infatti entrare anche nell'emendamento e quindi in corsa, in sede di conversione. Al di là di questo l'importante è che abbiamo il pacchetto sul carcere e la confisca per sproporzione per i grandi evasori», ha detto il Guardasigilli.

LE NOVITÀ
Ma cosa cambia? Anche se la proposta è già sul tavolo, per avere le cifre precise sarà necessario attendere, perché sono ancora oggetto di confronto e discussione. Le sanzioni detentive sono già previste nell'ordinamento italiano, ma il nuovo pacchetto prevede un inasprimento delle pene per i reati fiscali fino 8 anni di carcere, la confisca dei beni e un abbassamento da 150 mila a 100 mila euro - ma la cifra non è definitiva - della soglia per la dichiarazione infedele, per l'omessa dichiarazione e per l'omesso versamento di «ritenute dovute o certificate». In realtà, già questa appare una contraddizione rispetto alla volontà di colpire i «grandi evasori». L'abbassamento delle soglie e il contemporaneo innalzamento delle pene, sarebbero una inversione di tendenza rispetto alla riforma del 2015, quando fu deciso di alzare i limiti oltre i quali scattano i procedimenti penali per evitare che gli imprenditori in difficoltà economica, oltre a dover fronteggiare il Fisco, dovessero poi finire davanti a un tribunale. Come nel caso degli omessi versamenti di imposte dichiarate.
Una delle ragioni della riforma firmata dal governo Renzi, era quella di colpire, per esempio, chi dichiarava correttamente le tasse, ma poi non aveva i soldi per versarle effettivamente, magari anche perché vantava ingenti crediti nei confronti della Pubblica amministrazione che venivano saldati con fortissimi ritardi. Qualcuno, come l'esponente di Leu ed ex vice ministro all'Economia, Stefano Fassina, definì questi casi «evasione da sopravvivenza». E diverse furono le sentenze dalle quali gli imprenditori, di fronte alla scelta se pagare i dipendenti o il Fisco, uscirono assolti. Adesso, almeno da quanto trapela, l'intenzione sarebbe di tornare indietro.
Per quanto riguarda il reato di «dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti», attualmente gli anni di reclusione previsti sono un minimo di uno anno e 6 mesi, come pena minima, e 6 anni come pena massima. Secondo la nuova proposta potrebbero diventare 4 anni - pena minima - e 8 anni - pena massima -. La pena detentiva sarebbe però mitigata - cioè non muterebbe rispetto alla legge attuale - in caso di uso elementi passivi fittizi di ammontare inferiore ai 150 mila euro. In caso di utilizzo di documenti falsi o operazioni simulate per impedire i controlli la pena verrebbe aumentata.
Si alzerebbe in modo consistente anche la soglia di punibilità per il reato di dichiarazione infedele, che si consuma quando l'evasore sottrae elementi attivi, oppure aggiunge elementi passivi fittizi. In questo caso la soglia di punibilità era stata triplicata dal governo Renzi - passando da 50 mila a 150 mila euro - e ora dovrebbe scendere a 100 mila. Secondo le intenzioni del governo, dovrebbe anche scendere a 2 milioni di euro - attualmente sono 3 milioni - l'ammontare delle attività sottratte o passività imputate necessario per finire in carcere. Ci sarà anche un inasprimento di pena: se attualmente si rischiano da 1 a 3 anni di reclusione, ne potrebbero rischiare da 2 a 5. Condanne più severe verranno previste anche per chi occulti o distrugga documenti contabili, per intralciare eventuali accertamenti.

Michela Allegri
Andrea Bassi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino