Fischietti, slogan e bandiere «No alla cessione del Simply»

Fischietti, slogan e bandiere «No alla cessione del Simply»
LA VERTENZAMESTRE Duecento lavoratori in sciopero davanti al Simply di via Carducci. Proclamato ieri in tutta la regione da Filcams, Fisascat e Uiltucs, la vigilia di Pasqua per...

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LA VERTENZA
MESTRE Duecento lavoratori in sciopero davanti al Simply di via Carducci. Proclamato ieri in tutta la regione da Filcams, Fisascat e Uiltucs, la vigilia di Pasqua per dire no a cessioni e dismissioni della Sma Simply ad altri gruppi come Conad, Gross e Gruppo Arena. Voci insistenti si susseguono da giorni sull'ipotesi di vendere a pezzi e a rate molti se non tutti i più di 250 punti vendita a gestione diretta. In Veneto sono circa 26 tra diretti e affiliati.

TIMORE PER IL FUTURO
«Qui in via Carducci ci sono molti lavoratori con contratti a tempo determinato», ha detto Margherita Grigolato, segreteria Filcams Cgil Veneto - Hanno paura e oggi non scioperano». Le recenti trattative per la cessione sembra siano avvenute senza accordo con il sindacato territoriale. «Ciò comporta un peggioramento delle condizioni normative e salariali dei lavoratori interessati - ha spiegato Grigolato - crea un senso di sfiducia fra gli addetti che vivono senza certezze per il futuro». Oltre al punto vendita di via Carducci a Mestre, sono presenti altri tre negozi in centro storico a Venezia. «Una situazione critica per i lavoratori - ha affermato Maurizia Rizzo, segretaria Fisascat Cisl Veneto - Che in questi anni hanno messo in gioco la loro disponibilità per acquisire nuove competenze. Sono aumentati di professionalità, attraverso corsi di formazione continua e riorganizzazione indirizzata dall'azienda». Il Gruppo Ari ha annunciato diversi piani di rilancio commerciale negli ultimi anni, ma sembra senza successo. «Sma Simply ha ridotto le condizioni salariali, riassettato il contratto integrativo aziendale». Filcams, Fisascat e Uiltucs hanno richiesto un incontro con il Ministero dello Sviluppo Economico per capire quali sono le scelte che intende fare l'azienda. «Abbiamo deciso questo sciopero alla viglia della Pasqua - ha dichiarato Maurizia Rizzo - per dimostrare quanto grave è il consumismo della grande distribuzione e le sue politiche commerciali. Vogliamo sensibilizzare ogni consumatore ai problemi di chi c'è dietro un banco o alla cassa». Il presidio dei lavoratori è durato fino alle 12 tra voci che invitavano allo sciopero, lo sventolamento di bandiere, volantinaggio, fischi, cartelli, e camminate ripetute davanti alle entrate del supermercato. «Oggi in alcune realtà hanno aderito l'80 per cento dei lavoratori con una media del 60 per cento. Molti negozi oggi sono in carenza di personale - ha concluso Rizzo - e sappiamo che stanno facendo pressione per lavoro straordinario. La prossima settimana valuteremo se inviare una comunicazione di diffida con riserva di denuncia per mancanza di rispetto al diritto allo sciopero».

Filomena Spolaor
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Il Gazzettino