PORDENONE - Nomade, originario della Croazia e irregolare sul territorio italiano. Aveva tentato di far registrare a un amico di Portogruaro la nascita della figlia. Padre e finto...
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La vicenda risale al 2014. Poco prima della nascita della bambina, i due indagati si erano accordati affinchè a denunciarne la paternità fosse il portogruarese. L'ufficiale dell'Anagrafe, però, ha capito che qualcosa non andava nella pratica. Ha sospeso l'iter e inviato una segnalazione alla Procura di Pordenone. Il sostituto procuratore Maria Grazia Zaina ha disposto accertamenti: il funzionario del Comune aveva ragione, era un inganno.
Del nomade croato, difeso d'ufficio dall'avvocato Fabiano Filippin, nessuna traccia. I Carabinieri hanno cercato di rintracciarlo attraverso i parenti, ma nessuno sa dove sia finito. In Croazia? In un altro Paese dell'Est Europa? Non essendo possibile notificargli alcun atto processuale, è stata dichiarata l'irreperibilità. Si tornerà in aula tra un anno nella speranza che nel frattempo l'uomo venga rintracciato. Il finto padre è assistito dall'avvocato Antonella Brandolisio, che lo difenderà nel processo che comincerà il prossimo maggio.
Il reato è grave. Chi altera lo stato civile di un neonato mediante false certificazioni o attestazioni nel momento in cui va all'Anagrafe a comunicarne la nascita, rischia dai cinque ai quindici anni di reclusione.
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Il Gazzettino