Finisce in cella l'ennesima fuga del baby-pirata

Finisce in cella l'ennesima fuga del baby-pirata
Ora non potrà più scappare. Per il diciassettenne pirata della strada che a novembre uccise un ciclista a Roma le porte del carcere si sono spalancate dopo che era fuggito...

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Ora non potrà più scappare. Per il diciassettenne pirata della strada che a novembre uccise un ciclista a Roma le porte del carcere si sono spalancate dopo che era fuggito anche dalla comunità di recupero del Basso Polesine che lo ospitava.

La fuga sembra essere una costante per L.C., il rom che fra un mese diventerà maggiorenne e che nel pomeriggio del 5 novembre travolse un benzinaio di 52 anni, Luciano Zarlenga. Ora, però, si trova nel carcere minorile di Treviso, dove è stato nuovamente riaccompagnato, questa volta dai carabinieri di Adria e Porto Viro.
La prima volta fece perdere le sue tracce subito dopo l'incidente. Al volante di un'Honda Jazz aveva investito Zarlenga a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, dove stava facendo ritorno in bicicletta. Il giovane rom aveva abbandonato l'auto poco distante ed era scappato a piedi. Il giorno dopo si era costituito nella caserma dei carabinieri di Treviso, città dove era residente e dove si era rifugiato mentre gli inquirenti lo avevano già individuato. La vicenda aveva suscitato fin dai primi momenti un enorme clamore mediatico e la caccia al pirata della strada aveva preso subito la direzione del Veneto, dove effettivamente L.C. si era rifugiato.

Dopo l'iniziale custodia cautelare in carcere, disposta dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Roma, il ragazzo era stato collocato in una comunità a Cesena. Il mese scorso, però, era fuggito tornando nuovamente a Treviso, a casa della fidanzatina. I carabinieri lo avevano ben presto individuato e arrestato un'altra volta. L'aggravamento della misura cautelare lo aveva riportato nel carcere di Treviso. Il 17 febbraio, però, era stato affidato a una comunità, questa volta in Polesine, a Porto Viro. Ma tre giorni dopo, la sera del 19, il diciassettenne ha tagliato la corda. Immediatamente i carabinieri di Adria hanno avviato il protocollo di ricerca insieme alla contestuale segnalazione dell'allontanamento dalla comunità alla Procura del Tribunale per i minori. Lunedì il fuggitivo si è ripresentato in comunità, accompagnato dai familiari, che speravano così di risparmiargli una misura più severa. Ma il pm romano, nel frattempo, aveva già chiesto e ottenuto dal gip la custodia in carcere. Così i carabinieri lo hanno prelevato dalla comunità bassopolesana per portarlo in cella.
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Il Gazzettino