Finalmente sarà visitabile. La Scala Contarini del Bovolo ora è pienamente

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Finalmente sarà visitabile. La Scala Contarini del Bovolo ora è pienamente restituita alla città. Dopo anni di chiusura la splendida scala a chiocciola potrà essere visitata grazie ad un restauro minuzioso compiuto dall'architetto Mario Piana per conto dell'Ire Venezia e dalla Fondazione Venezia-Servizi alla persona, una società che fa capo proprio ad Ire. Si è così conclusa un'operazione messa a punto dall'Ire durante la presidenza di Giovanna Ceccon, oggi scomparsa, e che ora ha definitivamente preso forma. A fare gli onori di casa è stato il suo successore Ennio Favaretto insieme a tutto il consiglio di amministrazione. Alla cerimonia di riconsegna alla città erano presente anche l'assessore alle Politiche sociali, Simone Venturini e mons. Antonio Meneguolo in rappresentanza della Curia. La scala è alta ventisei metri e collegata all'adiacente palazzo tramite logge ed è uno dei più significativi esempi della transizione dallo stile gotico al rinascimentale. Contemporaneamente all'apertura della Scala, è stata presentata anche la Sala del Tintoretto, con numerose testimonianze dellla pittura del Cinquecento e Settecento, e che attigua alla Scala. Tutto ciò sarà fruibile al pubblico fin da domani consentendo quindi di visitare non solo la Scala ma anche la pinacoteca offrendo così una sorta di percorso museale legato alla visita pubblica all'intero edificio, Scala compresa. I soggetti trattati ed esposti nella sala del Tintoretto sono perlopiù di argomento religioso: dalle storie dell'Antico Testamento (Ester e Assuero e Tobia che ridà la vista al padre) alle rappresentazioni di Santi; nel ritratto di Lazzaro Zen, seppure soggetto profano, campeggia alle spalle la Fede, mentre la nobildonna Nani Donà viene ritratta con i simboli che potrebbero alludere ad una delle 4 virtù cardinali, la temperanza, infatti la figura porta una veste metà rossa e metà azzurra, simbolo del vino e dell'acqua che, versata nel primo, lo tempera; tiene in mano un campanello e su un tavolino una clessidra con le ali, oggetti che alludono all'inesorabile scorrere del tempo.

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Il Gazzettino