Figlia con la minore, chiesti 4 anni

Figlia con la minore, chiesti 4 anni
CITTADELLAQuattro anni, è la richiesta formulata dal pubblico ministero, ieri mattina davanti al Gup Mariella Fino, per il nomade di 36 anni accusato di avere avuto rapporti...

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CITTADELLA
Quattro anni, è la richiesta formulata dal pubblico ministero, ieri mattina davanti al Gup Mariella Fino, per il nomade di 36 anni accusato di avere avuto rapporti sessuali con una tredicenne. La ragazzina alla fine di novembre ha dato alla luce una bambina, e non è chiaro se la piccola sia figlia dell'imputato difeso dall'avvocato Andrea Zambon del foro di Treviso. La sentenza, in rito abbreviato, è stata fissata per il prossimo 12 di febbraio.

L'UDIENZA
Il legale del nomade aveva chiesto al Gup di potere accedere al rito abbreviato condizionato dall'esame della tredicenne, presunta vittima di atti sessuali. Ma il giudice si è opposto e ha acconsentito di potere giudicare l'imputato con un rito abbreviato semplice. Il sostituto procuratore Marco Brusegan, in sostituzione del magistrato Roberto D'Angelo titolare del fascicolo, ha chiesto per il trentaseienne quattro anni di reclusione. Ieri il nomade non era presente in aula, ma lo sarà alla prossima udienza dove ha intenzione di rilasciare davanti al Gup dichiarazioni spontanee, prima della sentenza.
IL FATTO
Era la fine di ottobre quando la ragazzina, anche lei di famiglia nomade, si era recata all'ospedale di Cittadella nel reparto di Ginecologia e Ostetricia per sottoporsi ad alcuni controlli sanitari considerato lo stato avanzato della gravidanza. I medici, appena hanno saputo la vera età di quella giovane mamma, solo tredici anni, hanno avvisato i Servizi sociali così come prevede la legge. La giovanissima è stata trasferita in una struttura protetta, dove ha raccontato con chi aveva avuto i rapporti sessuali. Il nomade di 36 anni è stato prima denunciato dai carabinieri di Rosà in provincia di Vicenza, e poi gli atti sono stati trasferiti ai militari della compagnia di Cittadella. Territorio dove spesso bazzica la famiglia della tredicenne. La ragazzina il giorno 16 novembre ha dato alla luce una bambina: non è chiaro se la piccola sia figlia dell'imputato come sostengono i familiari della minorenne.
LA FAMIGLIA

I parenti della tredicenne si spostano lungo l'asse del fiume Brenta. Sono legati a filo diretto con i corsi d'acqua, sfruttati in passato per lavarsi, cucinare, fare il bucato e pescare. Vivono di lavoretti saltuari e di solidarietà, e a loro carico non c'è alcuna pendenza penale. Per il gruppo di sinti sposarsi e avere figli in giovanissima età è normale. «Anche mi sono sposata presto, avevo tredici anni e mezzo, e mio marito ventidue» aveva raccontato la mamma quarantenne della ragazzina. «Ho undici figli, il più grande è già sposato mentre il più piccolo ha un anno e mezzo, noi siamo abituati così. Mia figlia ha conosciuto il suo fidanzato che già conoscevamo anche noi, un anno fa. Il loro è amore, lui non le fa mancare nulla. Noi ci siamo assicurati che si vogliano bene e quando ci ha confermato che lo voleva sposare abbiamo acconsentito» aveva aggiunto. Ma dalla fine di ottobre la situazione è precipitata: il trentaseienne non si è fatto più vedere, è sparito dalla circolazione. Inoltre, la giovanissima mamma non ha più avuto contatti con la sua famiglia di origine e rimane ospite in una struttura protetta.
Marco Aldighieri
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Il Gazzettino