LA PROTESTATREVISO Ancora un incidente e i residenti attorno all'incrocio tra via Callalta e via Sant'Osvaldo protestano. Nell'ultimo mese ne sono capitati due, l'ultimo a inizio...
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TREVISO Ancora un incidente e i residenti attorno all'incrocio tra via Callalta e via Sant'Osvaldo protestano. Nell'ultimo mese ne sono capitati due, l'ultimo a inizio settimana e sempre per una precedenza mancata o per auto che procedono velocità troppo sostenuta.
IL PRECEDENTE
Dieci giorni fa invece i protagonisti di un altro incidente non sono stati così fortunati. Un ciclista, Luciano Battistella di 61 anni, è stato travolto e dopo cinque giorni di ricovero in ospedale è deceduto. L'incrocio a raso fra via Callalta e via Sant'Osvaldo è pericoloso nella misura in cui la stradina secondaria sbuca su quella principale che è al culmine di un lungo rettilineo, dove spesso si tende a premere sull'acceleratore. Venendo dall'incrocio semaforico di Fiera, il rettilineo si stende per 300 metri buoni e permette di guadagnare velocità. Anche dalla parte opposta, ovvero proveniendo da Silea, non si scherza. In uscita da un tratto misto fatto di leggere semicurve, spesso le auto piombano sull'incrocio ad andature superiori ai 50 orari. E se da una parte via Sant'Osvaldo proietta pedoni, ciclisti e automobilisti sul ciglio di una strada dove i limiti vengono raramente rispettati, proprio di fronte sbuca la strada che porta sulla Restera, meta di gite in bicicletta, con tutti i rischi del caso. Battistella, tra l'altro, proveniva proprio da lì.
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Il Gazzettino