Fanatico espulso, ha tentato di ferirsi prima dell'imbarco

Fanatico espulso, ha tentato di ferirsi prima dell'imbarco
DIGOSPADOVA Poco prima di salire in aereo ha cercato di farsi del male. Harafh Rhimi, tunisino di 19 anni, espulso la sera di giovedì le ha tentate tutte per scappare. E qualche...

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DIGOS
PADOVA Poco prima di salire in aereo ha cercato di farsi del male. Harafh Rhimi, tunisino di 19 anni, espulso la sera di giovedì le ha tentate tutte per scappare. E qualche istante prima di essere imbarcato sul velivolo che dal Cpr di Gorizia lo avrebbe portato a Palermo e poi in Tunisia, lo spacciatore che si era avvicinato all'Islam radicale ha cercato di ferirsi. Il suo obiettivo era venire ricoverato in ospedale, dove la sorveglianza sarebbe stata minima visto che non era destinatario in quel momento di nessuna misura cautelare, e scappare alla prima occasione utile.

I poliziotti lo hanno bloccato e sull'aereo hanno dovuto immobilizzarlo dato che non dava cenno di voler abbandonare la condotta violenta. Rhimi viene descritto dagli inquirenti come una persona pericolosa, di indole violenta.
Da tempo la Digos lo teneva sotto controllo, da quando nel maggio scorso aveva preso parte alla rivolta all'interno del centro di Gorizia durante la quale sono rimasti feriti alcuni poliziotti del II Reparto mobile di Padova. Non aveva un'abitazione, si spostava di casa in casa di amici tra il centro e la periferia. I suoi movimenti online sono stati attentamente monitorati, a lato dell'attività di spaccio, ricettazione, danneggiamento (a cui si aggiungono i reati di lesione e resistenza a pubblico ufficiale e di immigrazione clandestina): il personale della Digos, assieme alla guardia di finanza, è riuscito a risalire a tutte le sue identità fittizie con le quali visitava siti o pagine sui social in cui si pubblicavano sermoni di imam che predicavano la jihad. Lui stesso ha creato e postato video in cui spiegava come confezionare esplosivi o fabbricare armi da occultare ai controlli di polizia.
Nonostante ciò non si può affermare che Rhimi fosse un terrorista: risulta slegato da organizzazioni strutturate e non ci sono prove che avesse in mente di progettare attentati. La prima volta che è stato portato al centro di Gorizia ci sono stati problemi con la sua identificazione e il medico in servizio aveva fatto notare che Rhimi sembrava soffrire di alcune patologie psichiatriche incompatibili con la permanenza al centro. Così è tornato a Padova. Questa seconda volta, invece, ha visto un'attiva collaborazione da parte delle autorità tunisine e, visti anche i reati di cui si è macchiato e le indagini di Digos e guardia di finanza, il procedimento di espulsione è andato a buon fine.

Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino