Famiglia uccisa: sequestrata la casa

Famiglia uccisa: sequestrata la casa
CORDIGNANOLa casa della famiglia Pocesta è sotto sequestro. La decisione è stata presa al termine di un sopralluogo effettuato ieri mattina dalla Squadra Mobile a Cornadella, in...

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CORDIGNANO
La casa della famiglia Pocesta è sotto sequestro. La decisione è stata presa al termine di un sopralluogo effettuato ieri mattina dalla Squadra Mobile a Cornadella, in provincia di Sacile, dove la famiglia si era trasferita da Cordignano, durato oltre tre ore. Gli investigatori stanno cercando riscontri alla presunta pista italiana indicata dai poliziotti macedoni che indagano sul triplice omicidio di Amit 55 anni, Nazmie 53 anni e Anila Pocesta 14 anni, la famiglia giustiziata nel sonno lo scorso fine settimana a Debar, il paese d'origine. Guidati dal dirigente della Mobile, Brunella Marziani, hanno perquisito la villetta di viale Trento. Si tratta di un'attività delegata dal sostituto procuratore Monica Carraturo e tesa a cercare riscontri alle ipotesi investigative a cui stanno lavorando i poliziotti macedoni.

LE INDAGINI
Gli agenti pordenonesi sono al lavoro dall'altro ieri, quando in Questura sono state sentite a verbale alcune persone, compreso il nipote di Amit Pocesta, Amir Findo, il 35enne di Cordignano figlio della sorella della vittima. Il giovane ha collaborato con gli inquirenti mettendosi a disposizione nel caso la polizia avesse bisogno di ulteriori approfondimenti. Ieri l'attenzione si è poi spostata a Cornadella. Oltre al personale della Mobile, il sopralluogo ha coinvolto anche la Scientifica, il Gabinetto interregionale di Padova e gli uomini della Postale. Nell'abitazione la polizia ha cercato elementi che potessero rafforzare le piste imboccate a Debar, come documenti, contratti, atti o eventuali lettere di minacce ricevute da Amit e Nazmie Pocesta. L'attività di indagine è poi proseguita in Questura e in stretto contatto con l'ufficiale di collegamento che si trova in Macedonia, un maggiore della Guardia di finanza in servizio all'Ambasciata di Skopije e che fa da tramite tra la Polizia di Stato e gli investigatori del distretto di Ohrid.
CACCIA AL MANDANTE
C'è un mandante in Italia? C'è un complice che potrebbe aver procurato l'arma del delitto? Ieri, al termine del sopralluogo, la polizia ha deciso di porre sotto sequestro l'abitazione di Cornadella nell'ipotesi che, alla luce di quanto emerso durante la perquisizione, dalla Macedonia giungano nuove richieste di cooperazione. A Debar l'attività di indagine prosegue sondando diverse piste. Quella legata ai dissidi per un diritto di passaggio non è stata ancora accantonata, mentre si sta affievolendo l'ipotesi di una rapina. In casa non mancava nulla: c'erano seimila euro che i Pocesta si erano portati dall'Italia e le vittime avevano addosso i monili d'oro che solitamente portavano. Gli investigatori non escludono che Anila sia stata uccisa perchè testimone di una lite con frasi minacciose rivolte ai genitori.

Intanto, Mukades e Blerta Pocesta, le due figlie di Amit e Nazmie che si trovavano a Debar per seguire le indagini, sono rientrate in Italia. Prima che la polizia effettuasse il lungo sopralluogo nell'abitazione di viale Trento, a Cornadella, e in anticipo rispetto alla decisione di mettere sotto sequestro la villa della famiglia Pocesta, hanno recuperato l'auto che era rimasta parcheggiata nel cortile durante il loro soggiorno in Macedonia. Per ragioni di sicurezza, i familiari delle due ragazze non hanno voluto rivelare dove hanno trovato ospitalità Mukades e Blerta Pocesta. Hanno solamente riportato la sensazione di paura avvertita dalle due ragazze.
C. A.
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Il Gazzettino