(F.Capp.) Nuova fatica letteraria per Giuseppe Ausilio Bertoli, sociologo della comunicazione e giornalista che vive tra Padova e Vicenza. Scrittore di testi di narrativa, di...
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Scrive di lui il critico Aldo Moscatelli: In ambito psicologico, il termine craving identifica la smania di assumere una determinata sostanza, oppure di trovarsi in una situazione capace di appagare un forte desiderio. Stefano Vitti, protagonista di Un mondo da buttare, è in balia di una forma assai particolare di craving: quella legata ai sentimenti. Ha bisogno di calore umano, amicizia, affetti sinceri. Insegue la frenesia dei sensi. Una necessità comune a tanti uomini, ma dura da soddisfare nell'odierna civiltà del fondoschiena. Una civiltà, per inciso, che delega successi e insuccessi all'aspetto fisico e alla fortuna che si ha nel possedere una bella immagine da rimirare nello specchio. Dal punto di vista estetico occorre un fondoschiena piccolo e tornito, dal punto di vista esistenziale (a voler essere ironici) occorre un gran fondoschiena. Altrimenti si è tagliati fuori.
Il problema di Vitti risiede però in una serie di discrasie per certi versi inconciliabili: da un lato è alla ricerca di una diversa forma d'amore, dall'altro deve fomentare la civiltà che combatte per scopi meramente professionali. Si occupa infatti di pubblicità, di marchi e prodotti relativi alla cura del corpo, alimentando, alla fin fine, quella società che detesta.
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Il Gazzettino