(F.Capp.) Dal frigo alla pattumiera il passo è troppo breve? La ragione principale

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(F.Capp.) Dal frigo alla pattumiera il passo è troppo breve? La ragione principale dello spreco di alimenti va rintracciata in errori di valutazione nel calcolo dei consumi...

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(F.Capp.) Dal frigo alla pattumiera il passo è troppo breve? La ragione principale dello spreco di alimenti va rintracciata in errori di valutazione nel calcolo dei consumi domestici e in disallineamenti tra domanda e offerta. Questo vale nelle imprese, ma soprattutto nelle famiglie, anche se nell'insieme le aziende della filiera hanno maggiori eccedenze. Solo una piccola parte, poco più del 6%, di quel che è ancora buono viene donata alle cosiddette banche del cibo o agli enti caritativi. Lo spreco in Italia è 5,5 milioni di tonnellate/anno. E il 94% di quello che si getta è ancora buono, cioè potrebbe finire in tavola perchè nè scaduto nè avariato.

È quanto emerso ieri nell'Aula magna del Bo dal convegno "Alimentazione: mancanza e spreco nel contesto padovano e internazionale", promosso dai Rotary in collaborazione con la Scuola Galileiana. A partecipare, tra gli altri, Andrea Segré, presidente di "Last minute market", Remo Pedon, ad del gruppo alimentare Pedon spa, Thuy Dung della Scuola Galileiana, Bruno Serato, lo chef amato dalle star di Los Angeles e fondatore del Caterinàs club in California, e il governatore del Distretto Rotary 2060 Giuliano Cecovini. Consola il fatto che i cittadini di Nord Est si dimostrano meno spreconi rispetto alla media nazionale: il costo dello sperpero domestico tra Veneto, Friuli e Trentino, infatti è di 6,1 euro settimanale, per 430 grammi di cibo gettato. Molto meno che a livello italiano, dove lo scialo settimanale si assesta su 570 grammi per un costo medio di 6,7 euro buttati alle ortiche. I dati dell'Osservatorio Waste Watcher evidenziano che a Nord Est quasi 6 cittadini su 10 si preparano la lista della spesa prima di entrare al supermercato ma solo 1 su 2 dichiara di insegnare ai figli le buone pratiche antispreco. Le cause del buttar via senza pensarci su? Si acquista troppo per il 51% degli intervistati e «non si è capaci di conservare adeguatamente» per il 25%.(((cappellatof))) Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino