Ex Makò, ultima chiamata per il rilancio

Ex Makò, ultima chiamata per il rilancio
CORDENONSUltima chiamata per il Makò. Se l'asta fallimentare - è ormai la quarta - prevista per giovedì 25 luglio dovesse andare deserta, la società Stu Makò verrà...

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CORDENONS
Ultima chiamata per il Makò. Se l'asta fallimentare - è ormai la quarta - prevista per giovedì 25 luglio dovesse andare deserta, la società Stu Makò verrà definitivamente dichiarata fallita. La vendita del complesso immobiliare, il cui valore è sceso nel giro di qualche anno da 8 milioni a un milione e 200mila euro, è stata fissata a 995mila euro. Cifra tutto sommato appetibile anche se, per dire il vero, è ancora giudicata alta almeno dalla cordata di imprenditori che fa capo a Mauro Vagaggini.

I TEMPI
I potenziali acquirenti hanno tempo sino a lunedì per presentare la documentazione necessaria. Negli ultimi giorni si sono inseguite varie voci di corridoio di persone che, in via del tutto informale, si sono informate relativamente al valore degli immobili. Di concreto, però, non c'è ancora nulla. Al fotofinish questa però è soltanto un'ipotesi potrebbe arrivare l'offerta della Cantoni Itc di Milano che fa parte della Stu Makò, società che non produce utili partecipata dal Comune di Cordenons, dall'Uti Noncello (subentrata all'ex Provincia), dall'Ater e dall'Atap. La Cantoni potrebbe partecipare all'asta per evitare il fallimento della società e, di conseguenza, l'iter che si verrebbe ad innescare successivamente. Altre soluzioni, almeno ad ora, non se ne vedono. «Qualche giorno fa ricorda Vagaggini la cordata di imprenditori da me guidata ha momentaneamente gettato la spugna. Non per una questione economica ma perché non c'è ancora un progetto per lo sviluppo di quell'area». Il Tribunale ha voluto concedere un'ultima possibilità, nella speranza che, con un ulteriore ribasso, qualcuno possa considerare interessante l'affare. Diversamente, a questo punto, ci sarebbe la segnalazione al giudice fallimentare da parte del commissario giudiziale che vigila sul concordato, il commercialista Paolo Pilisi Cimenti, in merito al mancato buon esito dello stesso. E questo, pertanto, aprirebbe la strada alla concreta possibilità che uno dei creditori della Stu Makò presenti istanza di fallimento. La sorti della società, che dal 2006 non ha dato il via alla riqualificazione del sito accumulando un debito gestionale per circa un milione e 200mila euro, sono appese ad un filo.
I CONTI

Intanto dal 2013 al 2017 tra Imu e Tasi il Comune avanza dalla società Stu Makò qualcosa come 300mila euro: circa 45mila euro l'anno. «Siamo stati inseriti nell'elenco dei creditori privilegiati ha ricordato il sindaco Andrea Delle Vedove e pertanto non ho dubbi sul fatto che, prima o poi, questi soldi entreranno». La strada, almeno per ora, pare tutta in salita. I soli costi di acquisizione dell'area si aggirano attorno al milione di euro e non si tiene ancora conto di quanti ne serviranno per bonificarla. Lì si potrebbe pensare ad un'area commerciale, residenziale o direzionale. Il Comune si è già chiamato fuori da un'ipotesi di acquisto. Soltanto se il Tribunale dovesse procedere alla vendita dell'ex cotonificio attraverso un frazionamento l'area verrebbe suddivisa in lotti allora sì che l'amministrazione Delle Vedove potrebbe tornare in gioco. Fanno gola, in particolare, il parco e la parte anteriore dell'edificio. Che, eventualmente, potrebbero essere acquisite dal Comune per realizzare un polmone verde attrezzato. Un parco pubblico che andrebbe così ad inverdire ulteriormente il territorio locale. Queste, ovviamente, sono soltanto delle ipotesi ventilate, che potrebbero trovare risposta in un futuro prossimo.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino