«Esultato come sempre solo qui finiti nei guai»

«Esultato come sempre solo qui finiti nei guai»
IL PROCESSO BELLUNO «Non ci è mai venuto in mente di aver compiuto...

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IL PROCESSO

BELLUNO «Non ci è mai venuto in mente di aver compiuto qualcosa che potesse portarci in Tribunale». Ieri era il giorno della difesa nel processo che vede alla sbarra i tifosi del Venezia che non sono riusciti a contenere la loro gioia per la promozione della loro squadra in Lega Pro. Era il 6 maggio 2012 e al termine della partita Belluno-Venezia. «È stata una giornata di festa e abbiamo esultato, come accaduto tante altre volte in altri stadi e in altre province. Mai ci siamo trovati in questa situazione», hanno detto. I 21 tifosi veneziani devono rispondere dell'accusa di aver violato un articolo della legge sulla correttezza nello svolgimento di competizioni sportive. E in particolare sono imputati per un'invasione di campo, mentre la partita era ancora in corso. Alla sbarra i tifosi veneziani, residenti tra Mestre, Mira, San Donà, Potogruaro, ma anche Spresiano e Mogliano (Tv): Guglielmo Dei Rossi 33 anni, Paolo Bolis, 25 anni, Lorenzo Stefani, 35 anni, Riccardo Niero, 37 anni, Pietro Asara, 46 anni, Claudio Dal Bello, 41 anni, Filippo Pierolli, 31 anni, Tommaso Tadiè, 35 anni, Pierandrea Fornaro, 31 anni, Luca Furlan, 45 anni, Daniele Mangini, 54 anni, Antonio Fantinelli, 31 anni, Marco Franzini, 36 anni, Nicolò Vianello, 28 anni, Andrea Perissinotto, 47 anni, Gianluca Zuccolotto, 44 anni, Alvise Marega, 24 anni, Alessandro Vianello, 49 anni, Matteo Tiozzo, 34 anni, Enrico Gazzetta, 36 anni, Gianluca Scatamburlo, 28 anni. Era il 43esimo minuto del secondo tempo quando i tifosi scavalcarono la recinzione penetrando sul campo di gioco. Avrebbero cagionato «un ritardo rilevante per la conclusione della competizione sportiva». L'arbitro infatti dispose la sospensione del gioco e fece sgomberare l'area. «Volevamo prenderci una maglia ricordo e ci siamo messi sulla ringhiera - hanno detto ieri alcuni degli imputati - mai avremmo fatto qualcosa di illegale che avrebbe potuto mettere a rischio la partita, visto che poteva rischiare di perdere a tavolino». Gli imputati hanno spiegato che è accaduto nulla di più di quanto avvenne anche a Trieste alla finale tra Cagliari Juve o tante altre volte. Ma solo a Belluno sono finiti a processo. Il giudice ha rinviato al 16 maggio per visionare i filmati raccolti dalla Digos.

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Il Gazzettino