Esposti e polemiche, bufera sui grillini

Esposti e polemiche, bufera sui grillini
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LA DISCUSSIONE
PADOVA Non registrano battute d'arresto le polemiche sulle parlamentarie grilline e la consultazione potrebbe finire in tribunale. In attesa che, probabilmente questo pomeriggio, inizino gli scrutini online, a Padova sarebbe in corso un vera e propria guerra intestina tra le varie anime del movimento. In modo particolare a scendere sul piede di guerra sarebbero i tanti a essere stati esclusi dalle consultazioni. Tra loro, per esempio, alcuni iscritti che alle ultime amministrative hanno appoggiato la candidatura alle primarie di Leonardo Forner. A sorpresa, poi, il garante avrebbe cassato anche l'auto candidatura del medico Maria Elena Marinez. Insomma in seno al movimento, il malcontento sarebbe più che palpabile. A quanto pare di capire, poi, alcuni iscritti padovani esclusi dalle parlamentarie, si starebbero associando per valutare una causa civile nei confronti del movimento. Non solo. Il gruppo padovano starebbe anche cercando di coinvolgere anche altri iscritti per presentare un ricorso a livello regionale. Il ricorso potrebbe riguardare non solamente le esclusioni, ma anche alcune inclusioni. Tra gli aspiranti padovani alla candidatura, spicca per esempio l'ex consigliera grillina ad Albignasego Maria Cristina Cavallarin che, nel 2015 si era dimessa dal parlamentino. Dimissioni che, in teoria, sarebbero in contrasto con quanto previsto dal regolamento. Una circostanza che ha mandato letteralmente in tilt le chat degli iscritti- «Ricapitoliamo commentava l'altro in una chat riservata un iscritto al movimento -. Gente con i requisiti non è in lista; gente che non ha mandato i certificati è in lista; gente che non è più nel movimento è in lista; consiglieri comunali in carica sono in lista; gente spostata da una Camera all'altra, non si capisce con quale criterio; gente che alle 10 non era in lista lo è alle 11. Una vera e propria Caporetto». Nel mirino delle chat dissidenti ieri è finita nuovamente l'ex consigliera comunale Francesca Betto. L'esponete pentastellata, infatti, avrebbe ottenuto un incarico di docenza in Elementi di diritto penale ed elementi di diritto penitenziario alla Ciels Scuola superiore per mediatori linguistici che vede come presidente e direttore generale Simone Borile che l'anno scorso era stato candidato come sindaco al posto della Betto. Alcuni iscritti padovani avrebbero denunciato alla Casaleggio e associati quella che, secondo loro, non sarebbe affatto una coincidenza. A Milano, però, non sarebbe stato assunto alcun provvedimento. «E' un cosa talmente segreta che l'ho pubblicata anche sul mio profilo Facebook ribatte Betto Certe insinuazioni fanno solo ridere. Non c'è stata alcuna assunzione. Io mi sono dimessa da consigliere nel novembre del 2016 e la docenza è stata da ottobre a dicembre del 2017. Non c'è alcun collegamento tra il mio impegno in politica e questo incarico. Sfido chiunque a dimostrare il contrario». «Non sanno più cosa inventare per screditarci conclude Borile Betto ha partecipato a un concorso e si è aggiudicata la docenza. Non c'è stata alcuna assunzione, né a tempo a determinato, né indeterminato. Si trattata semplicemente di una consulenza, 30 ore di insegnamento in tutto. Il resto sono solo sciocchezze».

Alberto Rodighiero
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Il Gazzettino