«Ero schiava del sesso per lui»

«Ero schiava del sesso per lui»
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Si erano lasciati in maniera burrascosa nell'ottobre di quattro anni fa. Il maestro cordaio Alessandro Carmignotto, esperto dello Shibari, l'arte giapponese della legatura, si è ritrovato di fronte l'ex compagna, una giovane commessa padovana, cui era stato legato per sette lunghi anni da un vero e proprio contratto di schiavitù. Lui, 44enne barista di Cadoneghe, gestore di locali in città, difeso dagli avvocati Serena Pomaro e Fabio Capraro, deve difendersi dall'accusa di stalking. È ciò che resta, dopo l'archiviazione dell'accusa di maltrattamenti, delle dodici denunce sottoscritte dall'ex compagna dopo la separazione. Davanti al giudice Claudio Marassi è stata rivissuta la burrascosa fine del loro rapporto: messaggi, minacce, intimidazioni e pedinamenti nei mesi successivi alla separazione della coppia. Inevitabilmente la lunga deposizione dell'ex, costituita parte civile con l'avvocato Paola Malavolta, è stata incentrata a lungo su quello strano rapporto, regolato dal contratto di schiavitù. «Mi scriveva spesso biglietti - ha raccontato la donna - ma in realtà i suoi erano comandi. Voleva trovarmi nuda, in autoreggenti o con i tacchi quando rientrava a casa. A volte voleva che lo aspettassi in ginocchio. E se non eseguivo gli ordini mi aspettavano gli aghi o le frustate: dieci sul seno, venti sul sedere, cinquanta nelle parti intime». La commessa ha spiegato al giudice le ragioni che l'avrebbero spinta a dire basta dopo aver accettato per sette lunghi anni la condizione di subalternità al compagno: «Con il passare del tempo non ero più d'accordo. Dovevo stare legata, sospesa in aria, avevo il sangue alla testa. Non c'erano più le condizioni di sicurezza». A suo dire Alessandro Carmignotto era nervoso, insoddisfatto, cercava sempre nuove valvole di sfogo. «Sono stata costretta a cercare altre donne per i nostri giochi erotici - ha confessato la 34enne - era una richiesta continua. Ho dovuto aprire le porte ad altre donne che si lasciassero picchiare più duramente di me».

Sarebbe stata proprio l'entrata in scena di nuove protagoniste ad accelerare la fine della relazione: «Sono diventata gelosa quando nel nostro rapporto sono subentrate altre donne. Mi sentivo inferiore, non più bella e non più desiderabile». L'ex compagna ha ribadito di aver vissuto nel terrore dopo essersena andata da casa con il bambino. «Mi arrivavano sms inquietanti - ha riferito - da cui capivo che lui era fuori di casa mia e mi stava osservando. Mi chiudevo dentro impaurita». Dopo la separazione in due occasioni si sarebbero incontrati a casa. La giovane vi si sarebbe recata per recuperare effetti personali. Carmignotto l'avrebbe costretta in entrambi i casi a subìre un rapporto sessuale: «Ero intimorita, non riuscivo a reagire nè a respingerlo. Voleva che diventassi sua amica di sesso. Io ho opposto un netto rifiuto. Lui mi ha usata senza che io potessi impedirglielo». L'imputato ha reagito alle pesanti accuse della ex scuotendo nervosamente il capo. Il maestro Shibari è pronto a dare battaglia portando in tribunale testimonianze di segno opposto. Appuntamento al 24 novembre.
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Il Gazzettino