Ero a Torino a Grugliasco, per la precisione a un piccolo festival della letteratura

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Ero a Torino a Grugliasco, per la precisione a un piccolo festival della letteratura calcistica e seguivo la presentazione d'un libro Il Giorno Perduto, Racconto d'un Viaggio all'Heysel (66thand2nd) che Gianluca Favetto aveva scritto insieme a Anthony Cartwright. Favetto raccontava i dettagli di quella famigerata sera del 29 maggio 1985 e analizzava l'esecrabile comportamento d'alcune frange di tifosi inglesi prima della finale di Coppa dei Campioni tra Juventus e Liverpool. Tutti assentivano con mestizia e io non ebbi il coraggio di dire a Gianluca che, francamente, avevo appena finito di leggere Red Or Dead di David Peace (Il Saggiatore) e che la bellezza infinita di quel libro m'aveva portato a desiderare tanto d'essere un ultras del Liverpool che oscilla a destra e a sinistra della Kop (la Spion Kop è la curva dei reds ad Anfield Road), cantando You Never Walk Alone. Insomma, non si poteva raccontare a Torino in casa gobba che un desiderio letterario m'avrebbe portato essere un ultras del Liverpool, sennò mica sapevo come andava a finire. Ciò nonostante alcuni libri insegnano quanto sia bello essere un tifoso sfegatato d'una squadra - Febbre a 90 di Nick Hornby per esempio - tanto quanto è bello essere un fan, chessò, di Bruce Springsteen. Eppure per molti un concerto è un grande rito collettivo, mentre una partita di calcio è sempre un fenomeno deteriore. Però accade che ogni tanto accompagni mio figlio a San Siro a vedere giocare una squadra con la maglia a strisce verticali nerazzurre non ho evidentemente il coraggio di nominarla e salga in un torpedone con dentro una trentina di adulti tutti sciarpati a strisce: dal turnista, al primario di cardiologia che ululano al cielo insieme perché Candreva non corre e saltano al ritmo di chi non salta rossonero è. Dopo tre volte che lo fai cioè sali sul torpedone e passi novanta minuti allo stadio insieme ad altri cinquantamila sciamannati, cominci a pensare che, non si sa perché, quello che hai appena visto è davvero una gran divertimento democratico e che varrebbe la pena gustarlo ogni domenica. Ogni Maledetta Domenica. E poi Milan, Toro, Inter o Juve chi se ne importa? Perché il vero spettacolo non è il calcio e quei venti i portieri li lasciamo fuori che si spompano prima di qualsiasi atleta d'ogni altro sport, ma il beatissimo tifo della gente. E per quanto riguarda le risse e Anna Frank? Beh, gli idioti sono dappertutto, basta guardarsi in giro.

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Il Gazzettino