Erika e Peter: «Il nostro sì, con un'ora di ritardo»

Erika e Peter: «Il nostro sì, con un'ora di ritardo»
TOMBOLO Tradizione vuole che sia la sposa a far attendere qualche...

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TOMBOLO

Tradizione vuole che sia la sposa a far attendere qualche minuto sposo ed invitati. Sabato pomeriggio è andata diversamente. Ha atteso anche la sposa, in auto, pur se arrivata alla soglia dell'altare per ultima. Un'attesa durata quasi un'ora perchè mancava il celebrante. Non un sacerdote, ma un amministratore del Comune di Tombolo. Il matrimonio, con ritardo, è stato regolarmente celebrato tra lo stupore e l'incredulità di sposi, che pensavano in principio ad uno scherzo, familiari ed invitati, una settantina in tutto. Necessarie ovviamente alcune modifiche del programma per il forte ritardo. In particolare non è stato possibile fare il servizio fotografico. Protagonisti di tutto questo, loro malgrado, sono stati i neo coniugi Peter Andretta, 30 anni di Onara di Tombolo, ed Erika Fraccaro, 28 anni, di Castello di Godego (Treviso). E' proprio il neo sposo a raccontare l'accaduto. «Siamo stati fidanzati quasi cinque anni, diversi mesi fa abbiamo deciso di sposarci con rito civile, utilizzando l'antica chiesetta di Santa Margherita nel parco della Palude di Onara di Tombolo - spiega Peter Andretta - Tutto l'iter è stato seguito, non abbiamo chiesto espressamente ad un amministratore di sposarci, ci è stato detto che lo avrebbero fatto sindaco o vicesindaco». I coniugi si sono quindi dedicati alle altre incombenze. «Il matrimonio era alle 16 di sabato con disponibilità della chiesetta per un'ora. Sono arrivati gli invitati, sono entrati, sono giunto io, ma non c'era nessuno del Comune - continua Andretta - Abbiamo pensato ad un ritardo. Poi è arrivata la sposa che non è scesa però dall'auto, avvisata che non c'era il celebrante. Dopo trenta minuti abbiamo capito che ci doveva essere effettivamente un problema. Il municipio era chiuso, in molti si sono attivati per contattare sindaco o vicesindaco e avvisare il ristorante, fortunatamente non distante. La paura era che saltasse il matrimonio. Poco prima delle cinque è arrivato il vicesindaco con tutti i documenti che erano effettivamente pronti. Ha detto che c'era stato un problema familiare urgente. La sposa è così scesa dall'auto dopo un'ora, ci siamo sposati, ma non abbiamo fatto le foto per il ritardo e per il sopraggiunto maltempo. Domani (lunedì per chi legge) partiamo per il viaggio di nozze di una settimana e desideriamo solo a stare tranquilli. Non vogliamo denunciare nessuno, nè avanzare azioni di risarcimento danni. Desideriamo solamente, questo sì, le scuse e soprattutto capire chi è stato il responsabile di quanto è accaduto. Solo questo».

Michelangelo Cecchetto
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Il Gazzettino