Eni ed Enel, il Tesoro accelera la vendita In autunno sul mercato il 5% per 5 miliardi

Eni ed Enel, il Tesoro accelera la vendita In autunno sul mercato il 5% per 5 miliardi
ROMA - Il cantiere delle privatizzazioni riapre offrendo al mercato i pezzi più pregiati. Il Tesoro conferma che sul tavolo c'è la vendita in autunno di ulteriori piccole quote...

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ROMA - Il cantiere delle privatizzazioni riapre offrendo al mercato i pezzi più pregiati. Il Tesoro conferma che sul tavolo c'è la vendita in autunno di ulteriori piccole quote di Eni ed Enel, che dovrebbero far entrare nelle casse dello Stato una cifra intorno ai 5 miliardi di euro. A due giorni dall'attacco del Financial Times, secondo il quale l'Italia avrebbe perso «entusiasmo» sul fronte privatizzazioni (forse anche per l'allontanarsi dell'operazione Poste), fonti del Tesoro confermano le nuove dismissioni dei due colossi energetici. La formula dovrebbe essere quella di un accelerated bookbuilding, vale a dire la vendita lampo a investitori istituzionali, un pò come avvenne, per esempio, con la quota residua di Telecom nel 2002. Allora uno dei consulenti fu Rothschild (spesso scelto da via XX Settembre), dove, ironia della sorte, è da poco approdato proprio l'ex ad dell'Eni Paolo Scaroni. L'architettura dell'operazione dovrebbe prevedere la vendita dell'intera quota detenuta dal Tesoro in Eni, pari al 4,3%: mentre il 25,7% resterà in mano a Cdp e con le nuove norme sul voto plurimo per i 'vecchi' azionisti introdotte dal decreto competitività, il controllo pubblico sul colosso petrolifero appare inattaccabile. Per quanto riguarda l'Enel, l'ipotesi è di offrire al mercato una quota del 5%, ammontare che consente al Tesoro di mantenersi largamente al di sopra del 25%.

Piazza Affari, dove ieri sono fioccate le vendite un pò in tutti i settori anche per l'escalation della crisi ucraina, non ha risposto con entusiasmo alle conferme del Tesoro. In un listino che ha ceduto il 2%, l'Enel è stata particolarmente pesante (-2,9% a 4 euro), mentre l'Eni ha chiuso sostanzialmente in linea con l'indice generale (-1,73% a 18,75 euro). Ai corsi attuali, quindi, il collocamento del 4,3% dell'Eni varrebbe intorno a 2,9 miliardi, mentre il 5% dell'Enel porterebbe nelle casse dello Stato circa 1,9 miliardi. Un pò meno dell'obiettivo di 5 miliardi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino