Elio, finto ma intenso direttore

Elio, finto ma intenso direttore
IL DEBUTTOMusicisti che arrivano un po' alla volta chi in bicicletta e chi con la borsa della spesa, un direttore disorientato e con «troppo mondo nella testa», un concerto che...

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IL DEBUTTO
Musicisti che arrivano un po' alla volta chi in bicicletta e chi con la borsa della spesa, un direttore disorientato e con «troppo mondo nella testa», un concerto che sembra impossibile da suonare. Alla prova felliniana a rovescio - è il direttore che non vuole dirigere - regna il caos. Ma sarà proprio Elio ex Storie Tese, bacchetta alla mano, a rimettere ordine, con quella stessa musica che alla fine troverà la sua giusta espressione. «Dal disordine si torna all'ordine, il comandante torna a condurre la propria nave», dice. È Sconcerto. Teatro di musica per attore e orchestra, intenso testo del poeta e scrittore Franco Marcoaldi, note composte da Giorgio Battistelli, un continuo dialogo tra musica e parole a raccontare quello sconcerto che è «la condizione più consona al tempo presente». Questa settimana, fino a domenica, il debutto al teatro Verdi di Padova, per l'occasione il palco trasformato con una cassa armonica, in una coproduzione del Teatro Stabile del Veneto e dell'Orchestra di Padova e del Veneto che consolidano e proiettano verso nuovi orizzonti la loro collaborazione.

IL SENSO DELLA VITA
Sconcerto, già portato in scena otto anni fa con Toni Servillo nei panni oggi di Elio, «sembra uscito dalla mia testa, dice cose che condivido da anni - spiega l'ex leader delle Storie Tese - parla del senso della vita, della musica e della sua importanza». Riadattato con pochissimi e fugaci tocchi all'attualità (riferimenti al reddito di cittadinanza, Tap e Tav per intenderci), il testo, sottolinea il regista Daniele de Plano, «è una metafora della vita». Noi siamo come un'orchestra, ma cosa accade se chi ci dirige entra in crisi? «Noi, comuni mortali, noi professori d'orchestra, ci perdiamo in un disagio morale, ideologico e politico senza uguali».
Ma come è nato lo spettacolo? «Mi è stato chiesto di farlo e io ho accettato - spiega Elio - Sono un grande appassionato di musica contemporanea come quella di Battistelli, che, lo spiego, è molto meglio del reggaeton, mi piace il suono dell'orchestra e mi piacciono i teatri all'italiana, uno dei rari casi in cui dire all'italiana ha un significato positivo».
MATTATORE SUL PODIO
Sul palco, Elio dirige per finta, a guidare l'Opv è in realtà il vero direttore Marco Angius nascosto dentro la buca del suggeritore. «Un po' come il nostro governo, un capo vero e uno un po' meno...». Sconcerto - «una musica - sottolinea Angius - che ingloba passato e presente, come dimostra l'iniziale Sinfonia di Brahms che l'orchestra sembra non riesca a suonare» - è un'ennesima incursione di Elio nei generi, classici o innovativi. Nella nuova avventura lo affianca, in un'inedita continuità con le Storie Tese, Luca Mangoni, l'architetto - sua vera professione - che si finge un clarinettista («ma fingo benissimo, seguo alla lettera i due autentici professori vicini a me»), protagonista di brevi interventi nello spettacolo.
Per Teatro Stabile e Opv una scommessa, «uno spettacolo - dicono il direttore Massimo Ongaro e il vicepresidente dell'Orchestra, Paolo Giaretta - che sfugge alle etichette ma che piacerà al pubblico sia della musica sia del teatro grazie alla bravura di Elio, una ricchezza per la cultura italiana».

Maria Grazia Bocci
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Il Gazzettino