Elezioni, corsa con il rischio firme

Elezioni, corsa con il rischio firme
L'INCERTEZZAPORDENONE Fino a ieri sera nel centrodestra regnava ancora l'incertezza sul candidato della coalizione. Ma, oltre che un problema tutto politico, per l'alleanza il...

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L'INCERTEZZA
PORDENONE Fino a ieri sera nel centrodestra regnava ancora l'incertezza sul candidato della coalizione. Ma, oltre che un problema tutto politico, per l'alleanza il ritardo che si è accumulato nel tira e molla e nella rissa politica che è proseguita per giorni rischia di creare un problema anche tecnico. Almeno per quelle forze politiche che hanno l'obbligo di raccogliere le firme in quanto presenti per la prima volta nella corsa al Consiglio regionale. Quello, cioé, del poco tempo che resta per raccogliere le quasi cinquemila firme a livello regionale.

GARA CON I MODULI
A essere penalizzati, in particolare, sono Forza Italia e Fratelli d'Italia. I due partiti del centrodestra sono obbligati alla raccolta e alla presentazione delle firme - entro sabato 24 marzo - poiché cinque anni fa entrarono in Consiglio con il simbolo del Popolo della libertà. E quindi, per la burocrazia regionale, è come se fossero partiti nuovi. Mentre la Lega (che è meno preoccupata del trascorrere del tempo senza la definizione del candidato) non ha questa incombenza essendo già presente in Consiglio con il proprio simbolo. Cosi come il Pd, i Cittadini e i Cinque stelle. Sarà corsa per le firme anche per la lista civica Progetto Fvg: la civica lanciata da Sergio Bini che gravita nel centrodestra e che si era chiaramente espressa in favore della candidatura del leader regionale Massimiliano Fedriga. Mentre il Patto per l'autonomia - in quanto corre da solo candidando l'ex presidente Sergio Cecotti - è già a buon punto nella raccolta di firme.
LE IPOTESI SUI SEGGI
Intanto, prima del deposito delle liste e dell'avvio formale della campagna elettorale all'interno dei partiti si prova - con l'aiuto di qualche esperto in sistemi elettorali - a fare qualche simulazione rispetto all'esito elettorale. La comparazione è con i risultati elettorali delle elezioni politiche dello scorso 4 marzo. È chiaro che le elezioni regionali - e tanto più quelle amministrative nel Comuni - costituiscono delle partite a sé, diverse dalla competizione sull'arena politica nazionale. Ma, senza alcuna pretesa scientifica e al netto dei risultati e del peso che le liste civiche hanno nella competizione regionale, una comparazione dei risultati delle politiche ribaltati sulle circoscrizioni della regione e sul numero di seggi che spettano a ciascuna delle cinque circoscrizioni potrebbe mostrare uno scenario anche se approssimativo. Prendendo, per esempio, a riferimento la circoscrizione di Pordenone si nota che alle politiche di due settimane fa la Lega ha raccolto 48.516 voti uscendo com e primo partito. Forza Italia (18.733 voti), Fratelli d'Italia (10.056), Pd (29.653), +Europa (4.941, il partito non ci sarà alle regionali), Liberi e Uguali (4254, non ci sarà per accordi con altre forze), M5S (40.999) e Patto per l'Autonomia (15.374). Ponendo che gli elettori mantengano il loro voto e travasando i voti sulla base della divisione per i dodici seggi che spettano a Pordenone lo scenario ipotetico parlerebbe di 4 seggi alla Lega, 2 a Forza Italia, 1 a Fratelli d'Italia, 2 al Pd, 2 ai Cinque Stelle e uno contendibile tra i Cittadini, Patto per l'Autonomia o OpenFvg (la lista civica voluta anche dal sindaco udinese Furio Honsell).
LE LISTE

Nel frattempo i partiti contano i giorni che mancano alla presentazione delle liste. Tutto l'incartamento burocratico dovrà essere pronto per sabato e potrà essere presentato entro domenica 25 negli uffici della Regione. Il primo partito, non senza le fatiche delle divisioni interne, a chiudere la lista è stato il Pd. Sono seguiti i Cinque stelle con le regionarie. Poi il Patto per l'Autonomia e Fratelli d'Italia. Nel fine settimana è stata la volta di OpenFvg con il patto con Mdp. Forza Italia, Lega, Progetto Fvg devono ancora sciogliere la prognosi.
D.L.
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Il Gazzettino