Eleggono il Doge, arriva la Polizia

Eleggono il Doge, arriva la Polizia
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La scelta è stata simbolica e suggestiva. Ma niente fughe in avanti e nessun atto di forza. Del resto si doveva eleggere il 121. Doge della Repubblica Serenissima. Ovvero il successore di Ludovico Manin (1797). E così è stato anche se un po' in fretta e furia con una gruppetto di sette venetisti che fa riferimento al movimento Venezia Capitale, si è ritrovato nientemeno che nella sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale, pagando rigorosamente il biglietto di ingresso alle casse della Fondazione Musei Civici per provvedere all'elezione del nuovo Doge veneziano. Insomma, rivoluzionari sì, ma con il ticket della Muve in tasca.

Peccato che i sostenitori di Venezia Capitale non avessero fatto i conti con le forze dell'ordine che, detta per inciso, almeno da quando è ben forte l'allarme terrorismo, hanno un occhio di maggior riguardo verso l'area marciana e i suoi monumenti. Così, appena si è capito che un drappello di venetisti era entrato pacificamente a Palazzo Ducale, la Polizia e, in particolare gli agenti del commissariato di San Marco, sono arrivati sul posto. A questo punto, i poliziotti hanno iniziato ad identificare tutti i presenti invitando i convenuti ad estrarre la carta d'identità. Ed è stato a questo punto che qualcuno, sia pure con una piccola provocazione, ha estratto un finto documento della Repubblica Veneta.

Uno scherzetto che ha fatto fare un sorrisino agli agenti che, ovviamente, hanno preteso il documento della Repubblica Italiana, con gentilezza e altrettanta fermezza. Un siparietto a cornice di una normale operazione di controllo delle persone che si trovavano nelle stanze dogali per una manifestazione di rivendicazione indipendentistica a favore del Veneto. In ogni modo tutto si è concluso senza alcun problema. Per la cronaca: nuovo 121. Doge dopo la rinuncia di Franco Rocchetta, avvenuta nel maggio scorso, è stato eletto Albert Gardin, imprenditore veneziano, già candidato alle elezioni amministrative con la lista Venezia capitale e più volte distintosi nella battaglia venetista. «La mia elezione - ha detto subito dopo la cerimonia di investitura - ha rotto il tabù persistente che il ritorno della Serenissima fosse possibile. Ora la Repubblica Veneta torna in scena e nulla sarà come prima».
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Il Gazzettino