Egregio direttore, non si rende un buon servizio se si fa a gara, fra virologi, a chi la spara più grossa sulla pericolosità delle varianti del Covid19. Se il professor...
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Michele Russi
Caro lettore, su questo tema sottoscrivo interamente quanto dichiarato ieri sul Gazzettino da Telmo Pievani, titolare della prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche e magistrale divulgatore scientifico: «Durante la pandemia, a parte poche eccezioni, i rapporti degli scienziati con i media sono stati disastrosi. Troppi narcisismi, contraddizioni, litigi nei talk show e sui social. Quando questa storia sarà finita bisognerà fare una profonda riflessione autocritica». A differenza di Pievani penso solo che qualche profonda riflessione andrebbe già fatta da parte della comunità scientifica. Perchè occorrerebbe porre fine o almeno un freno alle gazzarre e alle egocentriche esibizioni a cui abbiamo assistito in questi mesi. Con virologi, epidemiologi e luminari che, con disinvoltura e irresponsabile leggerezza, intervengono ogni giorno, l'un contro l'altro armati, per dire la loro su qualsiasi tema, dalle chiusure ai vaccini, incuranti delle conseguenze che le loro parole possono avere sull'opinione pubblica. Qualcuno, in un momento di delirio egotico, è giunto persino ad auto-candidarsi a ministro della salute. Una decisione che va nella giusta direzione è però arrivato dal nuovo esecutivo in questi giorni: il Cts, il Comitato tecnico scientifico che affianca il governo nelle scelte sulla pandemia, d'ora in avanti parlerà solo attraverso un suo portavoce. Una sola voce invece della babele a cui questi esperti ci hanno abituato. Un segnale importante. Speriamo faccia riflettere almeno qualche scienziato a contare almeno fino a dieci prima di parlare od apparire in video.
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Il Gazzettino