Edilizia, cantieri in crisi In calo dell'80 per cento

Edilizia, cantieri in crisi In calo dell'80 per cento
PORDENONE - (d.l.) Cantieri bloccati ed edilizia ferma al palo: in provincia la situazione è tale che non servirebbero nuove conferme sul fatto che il settore delle costruzioni...

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PORDENONE - (d.l.) Cantieri bloccati ed edilizia ferma al palo: in provincia la situazione è tale che non servirebbero nuove conferme sul fatto che il settore delle costruzioni sta attraversando un momento di tremenda sofferenza. Ma una recente classifica della Banca mondiale (all'interno del progetto Doing business) riportata ieri dal "Sole 24 Ore" evidenza ancora una volta come il Friuli occidentale sia la realtà regionale con il minore numero di permessi rilasciati nel 2012 per nuove costruzioni.

Una classifica che pone drammaticamente Pordenone al primo posto in regione (e al 28. rispetto ai 103 capoluoghi di provincia) per il crollo delle autorizzazioni rilasciate dal Comune. Lo studio evidenzia come nel 2012, rispetto al periodo pre-crisi che prende a riferimento l'anno 2005, le nuove costruzioni a Pordenone hanno registrato una picchiata del 79,4 per cento. La media dei permessi rilasciati ogni diecimila abitanti è di 15: se si considerano i circa 50 mila abitanti della città i permessi rilasciati nei dodici mesi del 2012 è pari a 75. Il peggiore dato in regione: Gorizia è poco sotto, al 31 posto. Mentre Udine occupa il 50 posto nella classifica nazionale (secondo in Fvg). Sta meglio Trieste all'86 posto nella classifica dei 103 capoluoghi. Una situazione che viene letta come una sorta di "sboom": i tonfi maggiori si hanno là dove nel periodo pre-crisi si è costruito tantissimo, forse troppo. È perciò ovvio che dove i numeri volavano la contrazione oggi appare più drammatica. L'indagine, a livello nazionale, evidenzia inoltre come a deprimere l'avvio di nuovi cantieri non sia solo il mercato in difficoltà ma anche i tempi legati al rilascio delle autorizzazioni pubbliche. In media in Italia il tempo di rilascio delle concessioni è di 233 giorni (in Francia 184, in Germania 97): un dato ultranegativo che pone il nostro Paese al 112. posto nella classifica mondiale.
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Il Gazzettino