I capelli e gli occhi scuri, la carnagione olivastra e le labbra carnose: Sant'Antonio appariva così ai padovani del duecento. Il suo volto, ricostruito attraverso le tecniche...
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Il risultato è frutto di una serie di collaborazioni che hanno visto coinvolti il museo di Antropologia dell'Univcesità di Padova, il Centro Studi Internazionali e due istituzioni brasiliane: il Centro de Tecnologia da Informacao Renato Archer di Campinas e il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Foreense dell'Università di San Paolo. In particolare per creare il modello, che sarà esposto dal 12 al 22 giugno all'interno della mostra della Devozione popolare in Basilica di Padova, hanno collaborato soprattutto tre studiosi. Luca Brezzi, dell'Arc-team Archaelogy di Cles, attraverso le foto realizzate durante la ricognizione del corpo del Santo del 1981 e il calco di Roberto Cremosini (del 1995) ha creato il prototipo tridimensionale del volto, mentre Luciano Bertazzo, francescano direttore del Centro Studi Antoniani, ha curato il materiale iconografico. Su questa base è stato il brasiliano Cicero Moraes a lavorare. Designer 3D specializzato in ricostruzioni archeologiche, Moraes ha lavorato senza sapere, fino alla fine del lavoro, a chi apparteneva il volto che stava ricreando in tre dimensioni. È stato poi il laboratorio di San Paolo, che si occupa di stampa 3D di precisione, ha realizzare il modello che ieri sera a Padova è stato presentato a tutti i fedeli di Sant'Antonio del mondo.
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Il Gazzettino