Ecco i Macchiaioli per un'Italia risorta

Ecco i Macchiaioli per un'Italia risorta
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LA MOSTRA
Il sottotitolo è istintivo. Immediato: Capolavori dell'Italia che risorge. Un vero e proprio slogan che calza a pennello per il periodo che stiamo vivendo. Infatti, in tempi di pandemia, niente di meglio che ripercorrere il Risorgimento attraverso le suggestioni offerte dai quadri dei Macchiaioli. E lo ha deciso la Fondazione Bano di Padova presentando ieri a Palazzo Zabarella, una grande esposizione, curata da Giuliano Matteucci e Fernando Mazzocca, con ben 110 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, che si aprirà il 24 ottobre e ci accompagnerà (Covid permettendo) fino al 18 aprile dell'anno prossimo. E così a sfilare, in questo ideale legame tra il Risorgimento patrio al quale molti macchiaioli erano intimamente connessi, all'attuale difficile ripartenza ci saranno, tra l'altro, le pescivendole di Telemaco Signorini, l'erbaiola di Giovanni Fattori; le signore al sole di Vincenzo Cabianca (uno dei pochi veneti che aderì a questa corrente), le signore di Silvestro Lega, gli scorci dell'Appennino di Odoardo Borrani, e molti altri ancora in un vero e proprio tripudio di colori, di paesaggi dolci, luminosi e ombreggiati che hanno caratterizzato i Macchiaioli italiani. «Il nostro è un atto di coraggio e di amore per la cultura - ha ricordato nella presentazione Federico Bano, a capo della Fondazione omonima, insieme all'assessore padovano alla Cultura, Andrea Colasio. «Questa mostra - ha aggiunto - è l'occasione di risorgere dopo il periodo della Quarantena. C'è la volontà di tornare a farsi azione, di continuare nella nostra opera di fare cultura, così come avviene da oltre 25 anni a questa parte».

LE ANALOGIE
Lo si legge attraverso le opere che idealmente uniscono il diciannovesimo secolo con il mondo d'oggi laddove ci sono i balconi fioriti, le lenzuola bianche stese al sole, immagini che si sovrappongono a quelle recenti della Quarantena e della reclusione in casa e, comunque, ci danno, oggi come allora, il senso e la voglia di vita. «L'Italia dei macchiaioli - è stato detto - collimano con quelle del dopo pandemia, ancora più affamata di bellezza, di libertà, di impegno, di luce e di sole con l'obiettivo di ritrovare le nostre antiche radici». E quindi attraverso le opere di questi artisti ci si potrà permettere anche una rilettura tutta attuale delle battaglie e delle sfide di questi pittori che riscoprirono paesaggi e ambientazioni di un Nazione allora in formazione. E non è un caso che proprio la luce, il sole, le nuvole, i balconi e le finestre fiorite, le immagini con le popolane, il bucato e le contadine nei campi vogliano darci un'immagine dell'Italia dell'Ottocento, ancora incompiuta sotto il profilo socio-politico, ma che si va costruendo, sia pure a fatica e con grandi sacrifici una propria identità nazionale. Insomma, un salto nel passato, attraverso le tele dei Macchiaioli, per dare anche una risposta sul presente. Per le informazioni, le prenotazioni e gli orari dell'esposizione si può consultare il sito www.zabarella.it oppure scrivere a prenotazioni@palazzozabarella.it

Paolo Navarro Dina
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino