CASARSA (PORDEONE) - Una storia straordinaria torna alla luce dopo oltre 70 anni e, in occasione della Giornata della memoria, permetterà alla comunità di...
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LA STORIA
«Una storia che ricompare dalle nebbie del passato dopo che sono state ritrovate le lettere - spiega l'assessore Fabio Cristante - che Caimo scrisse a don Giuseppe, ringraziandolo con parole cariche d'affetto per avergli salvato la vita. Testimonianze uniche di un incontro in uno dei momenti più bui del Novecento». Era il 16 dicembre 1942 quando, proveniente da Como, Caimo giunse a Casarsa. Di antica famiglia rabbinica e poliglotta, era nato nel 1887 nell'Isola di Rodi, che all'epoca era sotto l'impero Ottomano. Aveva studiato a Costantinopoli per poi trasferirsi a Parigi. Da qui, incalzato dalle persecuzioni naziste, aveva cercato rifugio in Italia. Prese alloggio a Casarsa, in quella che ora è via Pasolini, aiutato anche dal futuro senatore avvocato Zefferino Tomè. Dopo l'8 settembre 1943, con l'occupazione tedesca, la situazione divenne sempre più pericolosa.
I TEDESCHI
Una sera d'autunno di quell'anno rientrando da una passeggiata, alcuni casarsesi lo avvisarono che la sua abitazione era circondata dai tedeschi e che non poteva tornarvi. Tomè lo affidò a don Cristante, sangiovannese classe 1904, che era parroco a Castions. Nel tetto della canonica Israel rimase nascosto fino al marzo del 1945: 15 mesi di paura e di coraggio, in cui i due uomini misero sotto scacco il feroce esercito occupante. Di notte, per scaldarsi, Israel scendeva nella cucina e qui, con il prelato, discutevano della fede e della vita, instaurando una profonda amicizia. La guerra, nella primavera del 1945, stava per finire, ma l'Ovra, la polizia segreta della Repubblica fascista di Salò, stava dando i suoi colpi di coda: un suo collaboratore scorse Israel ma ancor prima che ci fosse una perquisizione, l'uomo fu spostato nella canonica di Rauscedo. E così si salvò. Nel dopoguerra Israel ritornerà a Parigi rimanendo in contatto con don Cristante, sino alla fine dei suoi giorni avvenuta nel 1974.
LA PUBBLICAZIONE
«Il Comune - ha commentato la sindaca Lavinia Clarotto - da alcuni anni in occasione della Giornata della memoria, ha avviato una riflessione ripartendo da quanto accaduto storicamente sul territorio, con il proposito di contribuire a preservare un futuro di pace per le generazioni a venire e la storia di Israel e don Cristante può insegnare molto». L'assessore Cristante ha aggiunto «che la vicenda umana di Caimo meritava un atto concreto affinché non fosse dimenticata». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino