È triste dirlo, ma a tre anni di distanza dall'ultima morte in canal Grande, l'emergenza traffico acqueo e moto ondoso non ha avuto risposte efficaci dall'amministrazione...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Su un tema tanto importante come il controllo del traffico tramite Gps, previsto in modo puntuale dal Regolamento provinciale per la navigazione in laguna e perseguito tra mille ostacoli e poca convinzione dalle precedenti amministrazioni, invece, nessun segnale di interesse. Eppure, come ci dice un lettore attento, Fabio Mozzato, e ci ribadisce l'associazione Garanzia Civica, "per risolvere definitivamente il problema del moto ondoso basterebbe che il sindaco metropolitano convocasse quanto prima una conferenza di servizi metropolitano-ministeriale per dare seguito a quanto disposto dal Regolamento. Ciò consentirebbe il riconoscimento certo dei mezzi che superano i limiti e/o accedono ad aree vietate". I vaporetti, i mezzi Alilaguna e i taxi di terraferma il Gps ce l'hanno già da tempo. Gli altri (taxi, topi da trasporto, granturismo, eccetera, inspiegabilmente ne sono privi. E, anzi, hanno negli scorsi anni fatto la guerra al Comune a suon di carte bollate e ricorsi al Tar per non essere visualizzati sul grande schermo dei vigili.
In un tweet del 18 agosto, il sindaco ha fatto capire di non volerne sapere: "Pellicani vuole i gps per le barche ma non sono questi gli strumenti per la soluzione al traffico acqueo. Sì al dialogo con gli operatori!".
In realtà non è il consigliere del Pd a volere il Gps, ma il Regolamento, che recita "viene istituito un Sistema Integrato di rilevamento e controllo della navigazione lagunare...basato sulla tecnologia di localizzazione e monitoraggio delle unità a mezzo Gps con trasmissione continua dei dati in centrale operativa..." e nel comma successivo specifica che sono tenute all'installazione tutte le imbarcazioni da lavoro.
La soluzione, come per tanti altri problemi, è già scritta e giuridicamente possibile. Basterebbe solo decidere di applicarla con un atto politico.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino