E per chi assume i lavoratori ex Ilva in vista sgravi al 100%

E per chi assume i lavoratori ex Ilva in vista sgravi al 100%
IL PROVVEDIMENTOROMA Il governo studia un pacchetto di misure a sostegno dei lavoratori dell'ex Ilva di Taranto. Mentre da un lato l'esecutivo tratta con ArcelorMittal, e si fa...

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IL PROVVEDIMENTO
ROMA Il governo studia un pacchetto di misure a sostegno dei lavoratori dell'ex Ilva di Taranto. Mentre da un lato l'esecutivo tratta con ArcelorMittal, e si fa strada l'ipotesi di un ingresso dello Stato con una quota significativa nel capitale di Am InvestCo, la società del gruppo franco-indiano che gestisce lo stabilimento siderurgico di Taranto, dall'altro si lavora alla creazione di un fondo straordinario da 50 milioni per affrontare il problema degli esuberi: 4.700 quelli chiesti da ArcelorMittal per restare in Italia (a cui si aggiungono oltre 1.900 lavoratori rimasti in carico alla gestione commissariale dell'ex Ilva). Una cifra respinta con forza dal governo e contro la quale i sindacati hanno annunciato uno sciopero per domani. Diverse le ipotesi in campo: si pensa a incentivi rafforzati, con sgravi fino al 100% per tre anni per chi assume lavoratori in esubero del polo siderurgico. Ma anche a un bonus per chi dovesse accettare un nuovo lavoro lontano da Taranto. Al momento, riferisce l'agenzia Ansa, è stato elaborato un pacchetto di una decina di misure, che vanno dal sostegno alla zona del Porto al potenziamento dei presidi sanitari. Si starebbe comunque ancora valutando se inserire le norme in manovra o se portare tutto in un decreto specifico, l'ipotesi al momento preferita.

IL NEGOZIATO
Intanto oggi al ministero dello Sviluppo torneranno a sedersi al tavolo governo e azienda. Lucia Morselli, numero uno in Italia di ArcelorMittal Italia, e il manager Francesco Caio, chiamato dall'esecutivo a gestire il negoziato, tenteranno di costruire il percorso che dovrebbe portare lo Stato nel capitale di Am InvestCo. Nella bozza di accordo già messa a punto e che sarà al centro dell'incontro ci sono i dettagli di un progetto che potrebbe garantire un futuro all'Ilva, con la previsione di una produzione di acciaio di 6 milioni di tonnellate all'anno (dalle circa 4,5 attuali). L'intesa si fonderebbe sul ripristino dello scudo penale per gli amministratori legato al piano ambientale e sull'ingresso pubblico, attraverso Invitalia o direttamente Cdp (ma c'è da superare l'ostilità delle fondazioni) con una quota intorno al 18%. L'investimento previsto è di 400 milioni a cui si aggiungerebbe anche metà della spesa prevista per l'installazione dei forni elettrici (stimati in tutto tra 200 e 250 milioni) e circa 70 milioni in cinque anni per le bonifiche.

Tornando alle misure allo studio del governo, tra le proposte c'è anche l'annunciata creazione di un polo universitario di Taranto per la sostenibilità ambientale e la prevenzione delle malattie sul lavoro, con un finanziamento di 9 milioni l'anno. Si valuta anche l'istituzione di una Zona franca doganale. Prevista poi la proroga fino al 2022 dell'Agenzia per la somministrazione del lavoro in porto e per la riqualificazione professionale nella quale sono confluiti circa 530 lavoratori in esubero delle imprese per la movimentazione dei container.
j.o.
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Il Gazzettino