«È nel contratto, senza non c'è più il governo»

«È nel contratto, senza non c'è più il governo»
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ROMA La minaccia, fino a ieri, era solo sussurrata. Pronunciata a microfoni spenti dai maggiorenti della Lega. A ventiquatt'ore dall'ennesimo vertice convocato a Palazzo Chigi, il Carroccio ha invece deciso di mettere la pistola sul tavolo delle trattative per l'autonomia differenziata chiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. E lo ha fatto nel modo più evidente possibile, attraverso un'interrogazione alla Camera rivolta al ministro del Sud Barbara Lezzi, considerata la bestia nera all'interno del Movimento 5 Stelle. «Deve essere molto chiaro ha tuonato il capogruppo alla Camera del Carroccio, Riccardo Molinari che il contratto che ha sottoscritto la Lega con M5S ha nelle Autonomie il pilastro fondamentale. Per essere molto chiari, per la Lega senza l'autonomia non c'è governo». La crisi è alle porte? Difficile, in realtà. Il vertice, convocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per venerdì, cade il 19 di luglio, il penultimo giorno utile per far cadere il governo e ottenere le elezioni a fine settembre. Chiusa questa finestra non si potrà votare prima della prossima primavera. Ma cosa accadrà allora domani? Sui nodi principali le distanze tra Lega e Movimento Cinque Stelle sono intatte. Il primo riguarda la questione delle risorse finanziarie. Stasera il premier Conte ha convocato una riunione con i tecnici del Tesoro alla quale parteciperà lo staff di Giovanni Tria guidato dal capo di gabinetto Luigi Carbone. Sul tavolo ci sono ancora diverse ipotesi, ma il nodo è più politico che tecnico. C'è poi la questione dell'emendabilità dei testi. Molti costituzionalisti si sono già espressi per un ruolo rilevante da riservare al Parlamento nell'esame delle intese delle tre Regioni.

A.Bas.
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Il Gazzettino