Obiettivo: un piano di politica industriale che diventerà operativo in autunno con la legge di Stabilità e che potrà contare sulle risorse finanziarie liberate attraverso una...
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Il punto di partenza, non scontato di questi tempi, è che «il nostro futuro si gioca sul versante delle politiche dell'offerta». Quindi, crescita della produttività e una politica industriale che però va fatta «con le imprese e per le imprese». Insomma non ha senso indicare a tavolino i settori da sviluppare («un'idea che sarebbe comica se non fosse stata regolarmente praticata in Italia»). La politica industriale piuttosto deve passare per innovazione, internazionalizzazione e crescita dimensionale. L'innovazione si colloca nel quadro anche europeo di Industria 4.0, che però finora «ha prodotto poche iniziative concrete». Qui Calenda avverte anche gli imprenditori della difficoltà della sfida rispetto alle abitudini passate, basate su una innovazione «incrementale» e non su quella «disruptive», dirompente, che cambia i paradigmi e crea nuovi mercati.
Accanto alla produttività, l'attenzione è sulla produttività totale dei fattori: concorrenza, energia e telecomunicazioni. Sul primo tema il ministro vuole una rapida approvazione «senza compromessi al ribasso» della legge in discussione. Per l'energia occorrerà rivedere le tariffe come richiesto dall'Europa (Calenda non risparmia strali alla passata politica di incentivi alle rinnovabili»). Infine la banda ultralarga per la quale «a giorni» partiranno le gare.
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Il Gazzettino