Duplice delitto, l'ultimo appello

Duplice delitto, l'ultimo appello
TERZO GRADOPORDENONE Sono passati quasi sei anni dalla morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport di...

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TERZO GRADO
PORDENONE Sono passati quasi sei anni dalla morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i fidanzati uccisi la sera del 17 marzo 2015 nel parcheggio del palasport di Pordenone. Giosuè Ruotolo, militare dell'Esercito che aspirava alla divisa di finanziere, condannato all'ergastolo anche dalla Corte d'assise d'appello di Trieste, oggi tenterà di annullare quella sentenza in Cassazione. Gli avvocati Giuseppe Esposito e Roberto Rigoni Stern saranno in aula con il più grande penalista e cassazionista italiano, Franco Coppi. È a lui che si sono affidati per far emergere i «vizi di logicità» e le «contraddizioni» che sarebbero presenti nella sentenza di secondo grado. Spiega Rigoni Stern: «Abbiamo redatto il ricorso fiduciosi che il contenuto sia fondato su argomentazioni tali da poter far riflettere i giudici su alcune evidenti lacune e contraddizioni che emergono in appello». Nel ricorso sono stati evidenziati errori che avrebbero generato vizi di logicità. La difesa tenterà di dimostrare che vi è stata una interpretazione «illogica, contradditoria e incompleta» di indizi e testimonianze. Che i media avrebbero «contaminato» i processi e che molti testimoni avrebbero dimostrato che non sapevano se ciò che riferivano era riconducibile a una percezione diretta o se l'avevano appreso dagli organi di informazione.

IN AULA
Ruotolo è in misura cautelare dal marzo 2016 nel carcere di Belluno e continua a proclamarsi innocente. Oggi non sarà accompagnato a Roma, le limitazioni imposte dall'emergenza Covid-19 impediscono di organizzare scorte e spostamenti. Ci saranno, invece, i familiari delle vittime: genitori e fratelli. «Credo nella giustizia - ribadisce Eleonora Ferrante - sarò in aula e la fotografia di Trifone e Teresa sarà il mio vessillo». I familiari delle vittime saranno rappresentati dagli avvocati Daniele Fabrizi, Serena Gasperini, Nicodemo Gentile e Giacomo Triolo. A loro avviso non vi sarebbe alcuna lacuna o contradditorietà nella sentenza d'appello. «Sono due sentenze approfondite - spiega l'avvocato Gasperini - Ricostruiscono i fatti basandosi su elementi emersi chiaramente al processo».
GLI INDIZI

Per le parti civili la lettura unitaria degli indizi colloca Ruotolo nel parcheggio del palasport al momento dell'omicidio e subito dopo nel parco di San Valentino, dove è stata ritrovata la pistola nel laghetto arco di San Valentino. La sua presenza al palasport non è stata ritenuta occasionale: si è protratta per oltre mezz'ora con la scusa di trovare un parcheggio, ma Ruotolo non ha mai occupato gli stalli che nel frattempo si erano liberati. C'è poi la lunga scia di bugie e contraddizioni, a cui si aggiunge l'alibi falso («giocavo alla play station»).
C.A.
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Il Gazzettino