Duecentomila senza contratto

Duecentomila senza contratto
UDINE - Sono 208mila i lavoratori in Friuli Venezia Giulia che a fine anno saranno in attesa del rinnovo del contratto di lavoro. A quelli dei settori pubblici, dove i contratti...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
UDINE - Sono 208mila i lavoratori in Friuli Venezia Giulia che a fine anno saranno in attesa del rinnovo del contratto di lavoro. A quelli dei settori pubblici, dove i contratti sono fermi dal 2009, si aggiungono anche molti comparti privati. Una condizione che si aggiunge ai 20mila posti di lavoro persi dal 2009. La fotografia è del segretario regionale Cgil, Franco Belci, nel direttivo che si è svolto ieri a Udine. «Stiamo entrando nel pieno di una stagione contrattuale di straordinaria importanza - ha sostenuto -, sia per il numero dei settori coinvolti, dal pubblico alla metalmeccanica sino alla grande distribuzione, sai per la forte perdita del potere d'acquisto che hanno subito i salari durante la crisi con punte superiori al 10 per cento».

Secondo il leader della Cgil Fvg, «invertire questa tendenza e avviare una fase di recupero non risponde solo a ragioni di equità, ma anche una condizione indispensabile per far ripartire i consumi interni, l'economia e l'occupazione». Resta il fatto che per i posti di lavoro «una vera ripresa è ancora lontana», prosegue Belci, come indica il picco minimo da oltre 10 anni degli occupati in regione, con la cassa integrazione scesa «solo del 22% e un andamento tendenziale degli occupati addirittura negativo rispetto al 2014». Non solo. La preoccupazione della Cgil è anche per il «lavoro povero, cioè precario, e per la forte diffusione dei contratti part-time, che in regione arrivano a 75mila». A.L.
© riproduzione riservata Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino