Due infettivologi pordenonesi chiesti da Udine, è bufera

Due infettivologi pordenonesi chiesti da Udine, è bufera
IL CASOPORDENONE L'ospedale di Udine ruba due infettivologi a quello di Pordenone, e la squadra del primario Massimo Crapis si indebolisce proprio durante la seconda ondata. I...

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IL CASO
PORDENONE L'ospedale di Udine ruba due infettivologi a quello di Pordenone, e la squadra del primario Massimo Crapis si indebolisce proprio durante la seconda ondata. I medici non ci stanno, e attraverso l'Ordine e il sindacato alzano la voce facendo partire la rivolta.

La notizia era nell'aria da qualche giorno, ma ieri è arrivata l'ufficialità. I vertici dell'Ordine provinciale dei medici l'hanno appresa grazie a una comunicazione scritta dallo stesso Crapis: due infettivologi che lavorano al Santa Maria degli Angeli di Pordenone sono stati richiesti dal reparto di Malattie infettive di Udine per far fronte alla necessità di personale utile a far fronte all'aumento dei ricoveri non gravi che in questo momento si concentra all'ospedale Santa Maria della Misericordia. «AsFO informa che, in questi ultimi giorni, ha reso potenzialmente disponibili alcuni propri medici infettivologi nell'attività di supporto al reparto di Malattie infettive dell'Ospedale S. Maria della Misericordia di Udine - è la nota dell'azienda - che ne aveva fatto richiesta e che ha già cominciato ad accogliere, da tempo, pazienti Covid positivi. Le due direzioni Sanitarie di AsuFc e di AsFo, si sono accordate affinché questa collaborazione possa proficuamente, avere luogo». Ma i medici non ci stanno e alzano il volume della protesta. «Quella del rapporto tra posti letto e professionisti - tuona Guido Lucchini, presidente dell'Ordine dei medici - è una logica del passato. La richiesta di due unità a Pordenone significherà un indebolimento del nostro ospedale. La politica batta un colpo e aiuti i cittadini a non essere ancora una volta depauperati. Indebolire il team di infettivologia di Pordenone significa arretrare sul fronte della lotta alla pandemia, dal momento che anche nella prima ondata gli esperti del dottor Crapis sono stati fondamentali». Sulla stessa lunghezza d'onda anche Fernando Agrusti, responsabile provinciale della Fimmg. «Siamo assolutamente contrari all'impoverimento della squadra di Infettivologia di Pordenone. A marzo è stato fatto un lavoro estremamente importante: gli esperti hanno dato consigli a tutti, anche a noi medici di base. L'opera degli infettivologi è utile a tutto l'ospedale, ma non solo: anche al territorio e ai cittadini». La contrarierà dei medici di base è stata espressa in modo chiaro e arriverà anche alla porta dell'ufficio di Joseph Polimeni, direttore generale dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Ma spetterà alla politica difendere ancora una volta la sanità pordenonese in bilico.
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Il Gazzettino