Droga in carcere, processo da rifare

Droga in carcere, processo da rifare
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AULA BUNKER
PADOVA Il processo in aula bunker del penitenziario Due Palazzi, sui telefoni cellulari e la droga introdotti nel carcere, è da rifare. Il giudice Beatrice Bergamasco è stata destinata alla sede disagiata di Mantova e così il prossimo otto ottobre il nuovo giudice dovrà partire da zero. Il processo è per il primo filone delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Sergio Dini, scattato nel luglio del 2014, quando gli uomini della Squadra mobile hanno indicato come il numero uno dell'organizzazione criminale nella casa di reclusione l'agente Pietro Rega, detto Capo o Uomo brutto, molto vicino al pericoloso detenuto albanese Adriano Patosi. Il secondino, già arrestato per fatti analoghi nel 2001 dalla Dda di Napoli quando lavorava nel carcere di Avellino, si procurava la droga assieme a un collega contattando spacciatori nordafricani. Lo stupefacente finiva nelle mani dell'albanese che gestiva poi le ulteriori cessioni all'interno del Due Palazzi. Le due guardie trattenevano per sè un quantitativo di droga come guadagno per la loro attività di spaccio. Gli altri canali di rifornimento per lo stupefacente, i telefoni cellulari e le Sim card facevano invece capo a due esponenti della malavita organizzata che si dividevano i profitti. Si tratta di Gaetano Bocchetti esponente del clan camorristico di Secondigliano e di Sigismondo Strisciuglio della Sacra Corona Unita. I due boss rifornivano di soldi gli agenti penitenziari ottenendo in cambio hashish, eroina, ma anche chiavette Usb, computer e telefoni cellulari, con cui poter mantenere senza difficoltà i contatti con le rispettive organizzazioni criminali. Gli altri imputati alla sbarra sono: Alel Chabbaa, Ferruccio Chiostergi, Giuseppe Cristino, Bledar Dinja, Amal El Archim Mourad El Archi, Ivan Firenze, Abdelhamid Jebrani, Adil Khamlich, Giuseppe Marino, Makrem Mestiri, Domenico Morelli, Eros Murador, Hakim Nafausi, Issam Tlili e Mohamed Tlili.

M.A.
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Il Gazzettino