IL CASOROMA Mario Draghi, al Social summit di Porto, ha lanciato un duro j'accuse. Per il premier italiano, al suo debutto in presenza in un vertice Ue, l'Europa ha fallito: non...
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ROMA Mario Draghi, al Social summit di Porto, ha lanciato un duro j'accuse. Per il premier italiano, al suo debutto in presenza in un vertice Ue, l'Europa ha fallito: non ha onorato l'impegno a non lasciare nessuno indietro ed è diventato il continente delle «disuguaglianze». E a pagare il prezzo più alto della pandemia, sono sempre i soliti: giovani e donne. Non solo: «Il mercato del lavoro è ingiusto, ostacola la crescita e danneggia proprio donne e giovani». «Non è l'Italia come dovrebbe essere, nè l'Europa come dovrebbe essere», «il Covid ha approfondito i divari». Da qui un triplo appello: «Non allentiamo troppo presto gli stimoli di bilancio», «assicuriamoci che il supporto fiscale non sia ritirato presto» e «facciamo in modo che il programma Sure della Commissione europea diventi strutturale e sia implementato».
Draghi nel suo discorso è partito alla carica: «Da tempo l'Ue ha fatto del suo modello sociale un punto di orgoglio. Il sogno europeo è di garantire che nessuno venga lasciato indietro. Ma, già prima della pandemia, le nostre società e i nostri mercati del lavoro erano frammentati. Disuguaglianze generazionali, disuguaglianze di genere e disuguaglianze regionali».
NUMERI DRAMMATICI
E qui il premier snocciola i numeri drammatici: «Nell'Ue un giovane su sette non è occupato, né frequenta un corso di istruzione o di formazione. In Italia siamo vicini a uno su quattro. Il divario nel tasso di occupazione tra uomini e donne nell'Ue si attesta a 11,3 punti percentuali. In Italia è quasi il doppio. Un terzo della popolazione italiana vive nelle regioni del Sud, ma la sua quota di occupazione totale è solo di un quarto. Questa non è l'Italia come dovrebbe essere, né l'Europa come dovrebbe essere».
Secondo Draghi, «lo shock provocato dal Covid-19 ha reso questi divari ancora più profondi». Così come durante la Grande Recessione e la crisi del debito sovrano in Europa, «sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia. Troppi Paesi dell'Ue hanno un mercato del lavoro a doppio binario, che avvantaggia i garantiti in genere i lavoratori più anziani e maschi a spese dei non garantiti, come le donne e i giovani che soffrono un vita lavorativa precaria. Questo sistema è profondamente ingiusto e costituisce un ostacolo alla nostra capacità di crescere e di innovare».
Però ora c'è la speranza rappresentata dal Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) appena presentato a Bruxelles. E grazie al Piano l'Italia, ha spiegato Draghi, «sta cercando di porre rimedio a questa triste situazione». «Verranno investiti 6 miliardi di euro per riformare le politiche attive del mercato del lavoro». In più il Piano prevede un «Programma per l'occupabilità e le competenze, destinato alla formazione e alla riqualificazione di coloro che devono cambiare lavoro o che sono alla ricerca di una prima occupazione».
Draghi ha ricordato che 4,6 miliardi di euro sono destinati ad accrescere il numero di asili nido e di scuole materne, «alleviando il carico delle madri lavoratrici». E sono previste misure di lotta alla povertà infantile. Inoltre più di 14 miliardi sono previsti per le infrastrutture di trasporto al Sud, per aumentare la produttività e l'accesso al mercato per imprese e lavoratori. «Il Piano di Ripresa avrà una clausola di condizionalità che incoraggerà le imprese ad assumere più donne e più giovani. Dovremmo diventare tutti più inclusivi». Inoltre grazie al Pnrr «rafforzeranno l'occupazione, in particolare quella giovanile e femminile e nel Sud» con le riforme «della pubblica amministrazione, della burocrazia e del sistema giudiziario».
IL TRIPLO APPELLO
Poi i tre appelli: «Dobbiamo stare attenti a non ridurre troppo presto le misure di sostegno fornite dalla nostra politica di bilancio. È essenziale continuare a sostenere il mercato del lavoro mentre ci rialziamo dalla crisi provocata dalla pandemia e attraversiamo questa duplice fase di transizione. Il programma Sure ha fornito una rete di sicurezza rapida ed efficace per i Paesi più colpiti dalla crisi sanitaria. La trasformazione del Sure in uno strumento strutturale potrebbe essere funzionale a un Sistema europeo di assicurazione contro la disoccupazione e costituirebbe condizione preliminare per una effettiva unione monetaria».
Una curiosità. Aprendo i lavori la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha citato il Gattopardo: «Il mondo sta cambiando e anche noi dobbiamo cambiare. Come ha detto il celebre Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo, tutto deve cambiare perché tutto resti come prima».
Alberto Gentili
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Gazzettino