Draghi: garanzia unica sui depositi solo dopo il taglio delle sofferenze

Draghi: garanzia unica sui depositi solo dopo il taglio delle sofferenze
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L'AUDIZIONE
BRUXELLES La possibilità di creare davvero un sistema unico di garanzia dei depositi bancari dipende anche dalla riduzione dello stock di non performing loans, le sofferenze che gravano sulla capacità degli istituti di fornire credito a famiglie e imprese. Non ci si può occupare solo delle nuove sofferenze. Il messaggio del presidente della Bce Mario Draghi, espresso nel corso di una lunga audizione alla commissione problemi economici del Parlamento Ue, non avrebbe potuto essere più preciso.

Draghi ha ribadito che per la vigilanza bancaria valgono le parole della responsabile Danièle Nouy e ha precisato che «npl e sistema di garanzia unico dei depositi sono problemi connessi». La riduzione dei rischi e la condivisione dei rischi «devono procedere parallelamente e gli npl fanno parte di questo ambito». E ancora: «Non c'è solo un problema di nuovi npl, c'è anche un problema del passato, che la legislazione deve considerare e richiede sforzi congiunti di banche, supervisori, legislatori e governi». Tra npl e l'accordo sulla garanzia Ue dei depositi c'è « un legame ».
A questo messaggio Draghi ne ha aggiunti altri due. Il primo riguarda la possibilità di limitare il ritiro dei depositi, anche quelli che non superano 100mila euro garantiti al 100%, a un massimo giornaliero durante i giorni in cui viene organizzata la risoluzione. Si tratta della liquidazione ordinata di una banca ormai senza prospettiva. «È una misura estrema in una situazione estrema, occorre avere flessibilità per avere il tempo necessario per preparare una risoluzione credibile evitando gravi uscite di liquidità», ha spiegato Draghi. L'argomento è delicatissimo perché, appunto, riguarda i depositi garantiti. La Bce ritiene una tale eventualità fondamentale perché permette di preparare la gestione ordinata del fallimento evitando le code agli sportelli e la fuga dei risparmiatori. Draghi: «Le persone escano dalle banche molto più rapidamente della reazione delle autorità bancarie».
MISURA ESTREMA
È una misura estrema, ha ripetuto Draghi. Temporanea. Non mette in discussione la copertura dei depositi. «Il periodo massimo dovrebbe essere di 5 giorni lavorativi in totale, limite che è anche necessario considerando il grave impatto di una moratoria dei diritti dei creditori», è scritto nell'opinione che la Bce ha inviato dieci giorni fa alla Commissione, che ha avanzato una proposta di aggiornamento della direttiva sulla risoluzione bancaria. La Commissione non ha proposto poteri speciali alle autorità sui depositi garantiti. L'Italia è contraria a una tale scelta e uno degli argomenti è che ci sono altri strumenti per gestire una crisi nel mezzo della settimana, a partire dai prestiti dalla banca centrale.
Infine il terzo messaggio: Draghi ha confermato che nel 2018 la Bce presterà molta attenzione agli asset illiquidi delle banche, i titoli più opachi valutati con criteri discrezionali dalle banche. Si tratta di strumenti finanziari complessi che includono prodotti strutturati di credito, derivati non trattati su mercati regolamentati. Ne sono pieni i bilanci le grandi banche europee, a partire da Deutsche Bank. «Questa non era una priorità nel 2016 e nel 2017, ma nel 2018 le banche dovranno rispettare strettamente regole di contabilizzazione e prudenziali».

Antonio Pollio Salimbeni
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Il Gazzettino