Draghi: «Finale degli Europei? Non a Londra»

Draghi: «Finale degli Europei? Non a Londra»
Era una guerra di dazi, fondamentalmente. Poi è diventata una guerra di viaggi e quarantene, di passaporti non riconosciuti e tamponi richiesti. Ora, Unione europea e Regno Unito...

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Era una guerra di dazi, fondamentalmente. Poi è diventata una guerra di viaggi e quarantene, di passaporti non riconosciuti e tamponi richiesti. Ora, Unione europea e Regno Unito nell'infinita saga post-Brexit scendono anche sul campo di calcio, per decidere chi debba ospitare le semifinali e la finale dell'Europeo, fissate - da tempo - tra il 6 e l'11 luglio a Londra, nel mitico Wembley. Si deve rispondere essenzialmente a questa domanda: a fronte della risalita dei contagi portati dalla variante Delta, Londra e l'Inghilterra sono in grado di garantire che quelle partite si disputeranno in sicurezza?

L'AFFONDO
In questa sfida, l'Ue schiera il suo calciatore migliore, un numero 10, che ormai gioca da leader dell'Unione, il nostro Mario Draghi. Che sul punto ieri ha espresso la sua posizione, durante la conferenza stampa al termine del bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino. «La finale dell'Europeo a Roma? Mi adopererò perché non si giochi in un Paese dove i contagi stanno crescendo rapidamente». Ogni riferimento all'Inghilterra è puramente voluto, del resto non è il primo e non sarà l'ultimo. L'affondo di Draghi ieri è arrivato inaspettato. E ha spiazzato un po' tutti. Innanzitutto la federcalcio, che poche ore prima per bocca del suo presidente Gabriele Gravina aveva chiuso la questione. «Smentisco categoricamente l'ipotesi di una final four a Roma».
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Il Gazzettino