Dovi-Marquez da urlo alla fine è festa Ducati

Dovi-Marquez da urlo alla fine è festa Ducati
(L.D.) «Il bravo ragazzo ha sputato fuoco». La perfetta sintesi del successo di Andrea Dovizioso in Austria viene da papà Antonio, il più felice per la metamorfosi del pilota...

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(L.D.) «Il bravo ragazzo ha sputato fuoco». La perfetta sintesi del successo di Andrea Dovizioso in Austria viene da papà Antonio, il più felice per la metamorfosi del pilota che gli spagnoli schernivano con il soprannome di Mister 95%, cioè colui che non superava mai il limite. Nel 2017 Dovi ha cambiato pelle e al Red Bull Ring di Spielberg ha regalato alla Ducati il terzo successo stagionale: in una gara al cardiopalmo, Andrea ha domato Marc Marquez sul terreno di caccia preferito dello spagnolo, un corpo a corpo all'ultimo metro.

Basterebbe riguardare l'ingresso garibaldino di Marc all'ultima curva e la risposta in accelerazione di Dovi, con tanto di gesto istintivo (L'ho mandato a quel paese, aveva cercato un sorpasso impossibile ha sorriso il forlivese) per afferrare il senso dell'annata di Andrea, scopertosi fenomeno a 31 anni. E a quasi due terzi della stagione è proprio Dovizioso l'anti-Marquez: lui e non Jorge Lorenzo, arrivato a Borgo Panigale con uno stipendio 10 volte (!) superiore a quello del Dovi, non Valentino Rossi, ieri soltanto settimo, e non Maverick Vinales, l'astro nascente che sembra già in declino.
Dovizioso è secondo nel Mondiale, a -16 da Marquez, e ieri gli ha spedito un messaggio chiaro: nei duelli ruota a ruota, il Dovi non si tira indietro. Me la sono andata a prendere ha detto Andrea, bravo a spiazzare tutti con la scelta della gomma morbida ho battuto un pilota in grandissima forma come Marquez. Avercelo alle spalle all'ultimo giro è la cosa peggiore, mi aspettavo un suo attacco ma non all'ultima curva, dove quasi non si frena. Mi ha sorpreso, però sono rimasto freddo: ho deciso di rimanere in piedi', l'ho lasciato passare, Marc per fortuna ha allargato e io ho potuto aprire il gas prima di lui.
Un anno dopo il primo successo della gestione Dall'Igna, firmato da Andrea Iannone (anche ieri deludente con la Suzuki e solo 11.mo), la Ducati è tornata a vincere in Austria con il miglior Dovizioso di sempre. Ma come ha spiegato il progettista vicentino, è stato un trionfo differente: «Il vantaggio velocistico che avevamo qui è diminuito ha detto Dell'Igna ma ora siamo più completi e competitivi in ogni pista: a Barcellona, nel 2016 avevamo rimediato 40 secondi di distacco, quest'anno abbiamo vinto».

Ha soltanto sfiorato il podio l'altra Ducati di Lorenzo, autore di una fuga illusoria nei primi 11 giri: terzo è stato Dani Pedrosa, afflosciatosi nel finale dopo una bella rimonta. Indietro le Yamaha, con gli ufficiali Vinales e Rossi battuti dal satellite Johan Zarco: Dopo i primi dieci giri abbiamo sofferto tanto in frenata e in accelerazione, è un calo che non ci aspettavamo, mettiamo troppo sotto stress la gomma posteriore ha ammesso Rossi, a -33 da Marquez. Per il Dottore, le tappe di Silverstone e in casa a Misano saranno un'ultima spiaggia per riaprire il Mondiale.
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Il Gazzettino