Dorme al gelo: il sagrato della chiesa diventa un letto

Dorme al gelo: il sagrato della chiesa diventa un letto
IL CASO TREVISO Alle 11 di sera il freddo è intenso. Per quasi tutta la settimana la colonnina di mercurio è stata sotto lo zero, domenica segnava un traballante un grado sopra:...

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IL CASO
TREVISO Alle 11 di sera il freddo è intenso. Per quasi tutta la settimana la colonnina di mercurio è stata sotto lo zero, domenica segnava un traballante un grado sopra: non che cambi molto. Soprattutto se dormi per strada: il gelo è sempre tremendo. Questa è però la condizione di un uomo che, verso le 11, arriva sul sagrato della chiesa Votiva, sale gli scaloni che conducono ai portoni d'ingresso, srotola il sacco a pelo e quel poco che ha. Stende il suo giaciglio di fortuna sul gelido marmo e si prepara ad affrontare la notte totalmente avvolto in coperte multicolori recuperate chissà dove. Il tutto a poche decine di metri dalla sede della Caritas, che ogni sera distribuisce decine di pasti caldi a chi non ha nulla. Dorme sotto la protezione di una chiesa, a quell'ora chiusa, in una delle zone più residenziali della città. Attorno ci sono eleganti condomini, bar, un rinomato pub, un ristorante orientale. Passa la notte addossato al muro, proprio davanti al grande portone di legno, cercando di spremere un po' di calore da quel grumo di coperte. Una posizione che lo mette parzialmente al riparo dal vento, ma che diventerà sempre meno ospitale con l'approssimarsi della pioggia mista a neve che le previsioni annunciano per il fine settimana.

L'EMERGENZA
«Purtroppo fa parte di quella minima percentuale di senza fissa dimora che non si fa aiutare - spiega il sindaco Mario Conte - ma segnalerò la situazione ai Servizi Sociali e alla Polizia locale perché passino di là a verificare. Cerchiamo di fare tutto quello che si può». Il Comune, per far fronte all'emergenza gelo, ha potenziato il numero di posti letto a disposizione di chi un letto e una casa non ce l'ha: oltre al dormitorio di via Pasubio e di via Risorgimento ce ne sono altri 20 all'ex Caserma Serena, per 46 posti complessivi. «Ogni giorno i posti letto a disposizione vengono occupati praticamente tutti. Noi possiamo però pensare a ogni cosa, ma di fronte alle scelte di vita c'è poco da fare. Se uno sceglie di non farsi aiutare non possiamo obbligarlo. Ma, ugualmente, ci occuperemo di questa persona che dorme alla chiesa Votiva». Poi Conte rilancia un appello che assomiglia molto a una polemica: «Passata l'emergenza freddo - annuncia - convocherò un tavolo con i sindaci dei comuni limitrofi. È ormai arrivato il momento che tutti facciano la loro parte. Treviso non può essere la sola a mettere a disposizione posti letto per i senza fissa dimora. Ne basterebbero uno o due per ogni comune per dare un prezioso contributo alla soluzione del problema». Intanto in questi giorni i 20 posti a disposizione all'ex caserma Serena, gestiti dalla Nova Facility su indicazione dei servizi sociali di Ca' Sugana, sono serviti a evitare un vero dramma: che un papà e il figlio ganese di 4 anni passassero la notte al gelo. A segnalare questa situazione potenzialmente disastrosa è stata la Comunità di Sant'Egidio che si è rivolta direttamente al sindaco. E Conte ha girato la segnalazione a Nova Facility chiedendo che padre e figlio venissero accolti. E così è stato: adesso stazionano all'ex Serena e ci rimarranno fino a quando non verrà trovata una sistemazione migliore.
IL PROBLEMA

Fabio Tesser, educatore e punto di riferimento per gli operatori di strada che lavorano accanto alle parrocchie, però sottolinea: «Non esiste nessuno che rifiuti qualcosa di bello o di comodo. Molto spesso c'è invece fatica nel rispettare le regole, orgoglio, paura di perdere qual poco che si ha per 5-10 giorni al caldo. Sarebbe necessario iniziare con queste persone dei percorsi, ma non è semplice quando si deve sempre far fronte all'emergenza».
P. Cal.
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Il Gazzettino